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Contrordine compagni

Creato il 20 giugno 2010 da Loriscosta


Sì va bene, adesso il problema si chiama Gifuni. E l’armamentario del passato, i cari compagni. Pronunciare la parola getta scompiglio, siamo all’orticaria. Compagni è una parola gloriosa, usata e abusata (anche Pannella ha sempre detto ai suoi “compagni”).

Ecco, questo è il dibattito, questi i problemi, questa la prospettiva. Andare non si sa dove e non si sa con chi. Per capirci: chi sono gli amici di viaggio? I compagni? Gente trovata per strada? Ma da quando i dirigenti vanno per strada? Mica li vedi in mezzo alla gente, stanno tra di loro, in riunioni dove si capiscono solo loro o stanno in televisione, ai convegni, nei salotti.

In mezzo alla gente c’è il Pdl, che prende i voti. Compagni o non compagni. Per il resto? Litigi.

(IRIS) – ROMA, 20 GIU – “Ancora una volta, con Gifuni alla platea del Pd, a farci andare indietro, persino rispetto ai Ds, ci aiutano i ceti medi riflessivi”.

Stefano Ceccanti, parlamentare del Pd, sulla propria pagina Facebook, parla dell’atteggiamento dell’attore che ha definito “compagni e compagne” la platea democratica di ieri.

“Era il 1998, Stati generali della Sinistra, nascevano I Ds. Come ha scritto Francesco Cundari solo qualche settimana fa: ‘Unico intervento di quel congresso che fece davvero discutere fu quello del leader dei Cristiano sociali, Ermanno Gorrieri, che suscitò vibranti proteste chiedendo che nel nuovo partito, affinché ciascuno potesse sentirsi a casa propria, la si smettesse di chiamarsi ‘compagni’” argomenta Ceccanti.

Gifuni è stato invitato ieri a parlare in rappresentanza del mondo culturale.


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