È emozionante vedere la mia generazione un po’ folle e irresponsabile che si rimbocca le maniche e crea qualcosa da zero. Ancora più bello è quando il progetto in questione si muove trasversalmente in vari ambiti dell’arte – la musica, il disegno, la fotografia – con disinvoltura, ispirato e ispirando altri di noi, mostrando un talento giovane per davvero.
Tutto questo (e molto di più) si è visto giovedì sera, a Torino, presso l’Osteria degli Artisti; l’evento, non a caso, si intitolava ‘Convergenze’: in esso, come in una melodia a tre voci, confluivano le esperienze artistiche di Giacinto Ferrero, Gabriele Volpi e il gruppo neonato dei Brace, Grace.
Giacinto Ferrero, già piuttosto conosciuto nel paesaggio artistico torinese, incanta e cattura con i suoi flussi di coscienza su carta, le sue visioni filosofico-psichedeliche, le spirali e i labirinti nei tre colori primari, i nudi, spesso bianchi come il marmo, che, pur ritagliandosi il proprio spazio nel disegno, mostrano una struggente fragilità.
La sua è una Wunderkammer onirica e colorata, capace di trasportare in un astratto ‘paese delle meraviglie’, dove ogni cosa (le persone, le colonne neoclassiche, le scritte) è decontestualizzata e forse proprio per questo più chiara e trasparente.
Gabriele Volpi, nonostante la giovanissima età, mostra tramite le sue fotografie (esposte sul profilo di Tumblr e per la prima volta dal vivo giovedì) di possedere già una voce personale e una coscienza d’artista.
Per collegarsi ai disegni di Giacinto Ferrero, le fotografie selezionate per ‘Convergenze’ sono essenzialmente immagini di immagini: si tratta di istantanee della realtà urbana, con il cemento, i tombini, la vernice, o di giochi di ombra e di luce.
Lo scopo delle sue fotografie è quello di mostrare una porzione di realtà che resta invisibile ai più, e che al contrario si manifesta ad un’acuta e curiosa macchina fotografica che si muove nell’ordinario alla ricerca dello straordinario.
Gratificare l’udito è stata invece la missione dei Brace, Grace e ci sono decisamente riusciti.
Il gruppo, formato da Michele Rosso (voce, basso e chitarra), Pietro Pallesca (chitarra) e Stefano Venturini (batteria), si ispira ai filoni musicali più eterogenei, dalla musica elettronica, techno minimal e deep house, passando per la canzone d’autore italiana e il rap, fino al garage rock, al post punk e ai gruppi new wave.
La formazione della band è recentissima (risale infatti all’estate del 2012), ma la sicurezza e la consapevolezza della loro musica sembrerebbero presupporre anni di prove e pratica. È bastata una manciata di settimane per comporre quasi una decina di pezzi.
Accanto ad alcuni brani originali del gruppo, in cui ognuno dei musicisti apporta il proprio contributo, i tre si sono lanciati in alcune cover, tra cui una splendida Psycho Killer, celeberrima canzone dei Talking Heads, il gruppo rock new wave guidato da David Byrne.
Come dicevo all’inizio, è sempre bello vedere i miei coetanei, muniti di buone idee e di tantissima voglia di fare, creare qualcosa di nuovo. È quello che è successo giovedì: chi ha vissuto questa serata non dimenticherà l’atmosfera densa di stimoli e la contagiosa sinergia di immagine e musica.
Tutti i diritti riservati a:
Giacinto Ferrero (http://www.flickr.com/photos/gferrrero/)
Gabriele Volpi (http://gabrielethefox.tumblr.com/)
Brace, Grace (http://www.facebook.com/BRC.GRC)
Francesca Martorelli