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CookHunter, il social eating che avanza

Creato il 10 agosto 2011 da Il Blog Di Faber Dep @faber_dep

CookHunter, il social eating che avanzaTempo fa vi ho parlato di Cookous, antesignano del social eating, ovvero l’esperienza culinaria tramutata in esperienza sociale, in cui si può cucinare per business o per semplice voglia di socializzare.
Negli stessi giorni veniva alla luce – e ieri sono state aperte le iscrizioni – un altro concept di questo genere, ovvero CookHunter. Andiamolo a conoscere.

E’ sotto gli occhi di tutti la grande visibilità e viralità che sta sempre più assumendo a livello mediatico il mondo della cucina e le tematiche ad esso connesse. Pensate, ad esempio, al gran numero di reality e di programmi dedicati su canali tv tematici e non, oltre a blog, siti Web, Communities e quant’altro sul tema.
CookHunter, seguendo quest’onda, si pone come un “Social Marketplace” di abilità gastronomiche e si rivolge a chi ha questa passione e la vuole trasformare in un microbusiness, ma anche a chi vuole un modo alternativo e gustoso per socializzare e conoscere gente nuova al di fuori del mondo social e del Web in generale.

Il funzionamento è semplice: al momento dell’iscrizione si può scegliere se essere Cook, Hunter o entrambi. Il Cook, come si può facilmente intuire, mette saltuariamente le sue abilità culinarie e la location – che sia casa, giardino o qualsiasi altro locale – a disposizione degli Hunter di turno. E’ lui a stabilire il menù, il prezzo del servizio, il giorno e l’ora del pranzo, dell’aperitivo o della cena. Dopodichè attende che degli Hunter si facciano avanti e, una volta controllato il loro profilo e accettata la richiesta, riceve il pagamento on-line anticipato.
Per quanto riguarda l’aspetto gaming di CookHunter, esiste una reputation per i Cook, che si basa sui feedback che ogni Hunter lascia dopo l’esperienza. Più alti sono i feedback, migliore sarà il livello del cuoco – si può essere Bronze, Silver e Gold Chef, il quale diventa automaticamente il King Chef del quadrate geografico in cui opera – e più alta la probabilità di ricevere nuove richieste.

CookHunter, il social eating che avanza
 

I vantaggi di un servizio del genere sono molteplici, sia dalla parte di chi cucina, che da quella dei fruitori di tale servizio. A livello di business, c’è un vantaggio sia per il Cook, che può così avviare un microbusiness e sfruttare così la sua passione per la cucina, sia per l’Hunter, che ha a disposizione un’alternativa economica e non convenzionale al circuito classico della ristorazione. Penso soprattutto a studenti, viaggiatori, turisti in una città mai visitata prima, che sono alla ricerca di piatti tipici – o cucine di nicchia – senza spendere una fortuna, senza dover affrontare lunghe code o magari spiacevoli sorprese.
Ma anche a livello culturale, CookHunter offre la possibilità alle persone di incontrarsi fuori dalla Rete, di scambiarsi informazioni su cultura, piatti tipici ed esperienze vissute. In soldoni, uno scambio culturale a 360 gradi.

Come da classica procedura, il nuovo social ora è nella fase di apertura delle iscrizioni, mentre il lancio vero e proprio in Italia avverrà in autunno. Nelle intenzioni di Gian Luca Ranno – CEO di CookHunter – nel 2013 avverrà invece il lancio del nuovo social sul mercato estero, dove si scontrerà con altre realtà del genere.
Inoltre su di esso potrebbe essere realizzato un docu-reality su Discovery Network di SKY, che andrebbe ad indagare con una videocamera spia le varie fasi dell’esperienza social, dalla preparazione del menù, all’arrivo degli ospiti e alle dinamiche che si creeranno a tavola. Ne sapremo di più nelle prossime settimane.

Io sono curioso di provare l’esperienza del social eating, e voi?



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