Nelle riserve di personale temporaneo a cui il museo attinge quando ci sono buchi da colmare, ci sono numerosi stranieri. Sono soprattutto ragazze spagnole e un discreto numero di italiane. Tra i nuovi arrivati praticamente non ci sono maschi. Arrivate da poco e piene di entusiasmo, queste giovanotte sono pronte ad iniziare una nuova life in the UK e a conquistare il mondo dell'arte. Sono tutte super-qualificate, come il 98% di noi altri che stiamo lì da anni in attesa che qualcosa si smuova, che si riesca a fare "il salto" e ad abbandonare l'uniforme da pinguino. Ancora non sanno che il mondo dell'arte è lo stesso ovunque e che, gira e rigira, non importa chi sei ma chi conosci. E non ho il cuore di dirgli che ora, anche qui a Londra, pare non ci sia davvero più nulla da conquistare. Non mi crederebbero. Ma è proprio così. Lo hanno ammesso anche i quotidiani inglesi. Lo ha scritto anche Enrico franceschini su la Repubblica di qualche gg fa. L'Inghilterra (anche se sarebbe meglio chiarlama Gran Bretagna) non è più il Paese di Bengodi.
Jamie Oliver backs Britain. Photograph: VisitBritain
E la cosa più sconcertante non è tanto il cambiamento, ma la sua rapidità. La Cool Britannia, quella di Tony Blair, degli Oasis e delle Spice Girls, quella delle teiere con la Union Jack e non esiste più: l’economia è implosa, a Blair si è sostituito Cameron e con lui i conservatori hanno inaugurato l’era dell’austerity. Certo Londra va ancora di moda tra gli adolescenti (e non solo) in cerca di fortuna o di se stessi: basta fare come i miei nuovi colleghi del museo: chiudere gli occhi davanti all’evidenza e vedere quello che si vuole vedere. Solo è davvero inquietante vedere come in poco tempo il paese in cui sono arrivata tredici anni or sono, si è trasformato.
David Cameron at the launch of the Conservative party manifesto. Photograph: Andrew Winning/Reuters
'We are all in this togheter' ha detto Cameron agli elettori quando è diventato Primo Ministro: siamo in questo tutti insieme. Ma non è vero. Come al solito ci sono dentro solo i ceti medio-bassi. Che qui come in Italia, la crisi di certo non è un problema dei ricchi. Se poi i ricchi sono i ricconi d’importazione, i miliardari russi, arabi e indiani etc etc, che comprano i palazzi in Kensington e portano il cane a fare il pedicure da Harrods, allora poi il fenomeno non sussiste, che tanto loro i soldi per comprarsi palazzi e squadre di calcio in Chelsea ce li avranno sempre. Ma se questo trend di coccolare i ricchi forestieri è cominciato negli anni di Margaret Thatcher, è stato Tony Blair a far sì che la capitale si trasformasse in un covo di leccapiedi (che persino Pinochet è stato qui a riprendersi dopo un operazione, coccolato e riverito come se nulla fosse, ma vi pare??) mossa inevitabile, data la passione di Blair per i ricconi (come spegarsi altrimenti la sua amicizia con Berlusca?). Il risultato è che ora più che mai ci sono due londre: quella di pochi ricchissimi locali - e quella (sempre più grande) di tutti gli altri. Quelli che i ricconi li possono solo guardare da lontano.
E se prima si aveva la sensazione che questa fosse una città dove tutto era possible, ora persino il forestiero intossicato dalla varietà di lingue e culture, se si ferma un po' più a lungo del solito week-end, finisce con il percepire presto la ricchezza di pochi e la non-ricchezza dei più. La disoccupazione è a livelli mai visti prima e con essa è cresciuto anche il razzismo. Perchè quando non c’è lavoro la colpa è sempre degli immigrati e ne sappiamo qualcosa in Italia con le esuberanti dichiarazioni della Lega... E se prima erano gli Ebrei il bersaglio della xenofobia di gruppo, ora sono gli europei dell’Est e gli immigrati clandestini. Mentre a tutti gli altri, i normali impiegati, il personale ospedaliero, scolastico e del settore pubblico delle arti & cultura, non resta che sognare case che non potranno permettersi e mentre viaggiano piagiati come sardine in una scatola troppo stretta su treni e metropolitane che dai sobborghi li portano ad un posto di lavoro che permetterà loro di guadagnare lo stretto necessario che serve per pagare l'affitto, il trasporto e poco altro. È un cane che si morde la coda. Che anche il Dr Johnson sarebbe scandalizzato davanti allo spettacolo della Londra moderna, corrotta e priva di buone maniere. Inutile dire che questo mi fa proprio incazzare.