Il sultanato petrolifero dell’Oman e la repubblica africana del Tanzania hanno siglato, che è poco, un accordo di cooperazione economica, preceduto da due intense giornate di approfondimento riguardanti modalità e contenuti dell’interscambio.
Il tutto si è svolto nella capitale economica del Paese, la popolosa e frenetica Dar es Salaam, ad opera di un’apposita commissione.
Prodotti agricoli e carne andranno, pertanto, dal Tanzania in Oman, mentre i capitali e le tecnologie del Paese arabo faranno la strada inversa.
Questo risultato finale lo si deve agli accordi presi lo scorso ottobre dal presidente tanzaniano Jakaya Kikwete, il quale si recò ,allora, in visita ufficiale in Oman per discutere la “cosa”.
Non ci sono e non ci dovrebbero essere nubi successive o eventuali all’orizzonte per l’intesa avvenuta anche perché ,come riferiscono i giornali locali, i rapporti politici e diplomatici tra il Tanzania,e in particolare Zanzibar, e l’Oman sono stati sempre storicamente ottimi.
E ciò fin dal 1840 quando, a causa di alcune lotte dinastiche nella penisola Arabica, la capitale dell’Oman fu addirittura trasferita per lungo tempo nell’arcipelago antistante il Paese africano
Un’amicizia, possiamo così dire, proprio di vecchia data.
Trionfalismi a parte per il successo politico-diplomatico e ,quindi, anche economico del Tanzania, personalmente mi chiedo solo se i tanzaniani comuni, quelli con paghe risicate e lavori saltuari, dato il via libera alle esportazioni di carne e di prodotti agricoli, riusciranno più a potersi permettere almeno un pasto al giorno per sé e per le proprie famiglie.
Nelle campagne forse ancora sì. In città sarà più difficile.
Se si lavora per l’esportazione, oltre al rincaro immediato dei prezzi all’interno del Paese, difficilmente si troverà merce buona da acquistare.
E’ cosa nota e comunissima e succede anche da noi.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)