COMUNICATO
Nella giornata del 18 aprile u.s. si è tenuto a Roma il coordinamento delle
Fondazioni Lirico Sinfoniche con lo scopo di fare il punto della situazione dopo
l’avvenuto reintegro del FUS e la riapertura del tavolo contrattuale con l’Anfols.
La relazione iniziale ha illustrato i lavori della Consulta dei Beni e Attività
Culturali, avvenuti la scorsa settimana, come momento utile alla ripartizione del
FUS ma anche alla conoscenza del nuovo Ministro On. Galan che si è
presentato con una relazione in cui la puntuale analisi del settore trova sbocco
nella volontà politica di restituire alla Cultura il giusto ruolo che merita nella
crescita di ogni cittadino e come volano per un sostegno all’economia
nazionale.
Da lui l’impegno a procedere, in tempi brevi, ai colloqui con tutte le parti che
interagiscono nei settori della legge di sistema.
Con meno ottimismo si è viceversa usciti dal confronto con l’Anfols dove si è
rilevata una sorta di non maturazione degli intenti di rinnovo contrattuale per la
riproposizione degli ormai conosciuti nove punti della piattaforma dei
sovrintendenti ai quali di più viene aggiunto il documento di indirizzo
Ministeriale, che tali punti ricalca e consacra, e le clausole della legge 100 che
impongono scadenze di realizzo.
A questa ripresa la delegazione nazionale ha chiaramente risposto con i vecchi
cinque punti della nostra piattaforma, proposta ovviamente strumentale a cui è
seguito l’invito a superare situazioni passate e verificare la seria volontà di
scendere nei contenuti anche con la richiesta di una riunione congiunta al
Ministero.
Il coordinamento, pur riconoscendo nel ripristino del FUS il risultato della
protesta dei lavoratori, ha ribadito i disagi che pervadono il settore soprattutto
nella proposta di una produzione valida e all’altezza del sistema italiano che
non può trarre benefici da un semplice sostegno economico fra l’altro
insufficiente.
Da quasi tutti i teatri si riporta la tendenza dei sovrintendenti a limitare i numeri
dei lavoratori da utilizzare, così da ridurre e mortificare le produzioni stesse,
pur di realizzare un disegno oramai ben definito e conosciuto che proprio nella
legge 100 trova i dettami di applicazione.
Il riferimento a questa legge 100, negli articoli che direttamente o indirettamente
intervengono sulla contrattazione, come pure dover trovare soluzioni per il
CCNL con quegli stessi sovrintendenti che non mostrano volontà e capacità
manageriali nei teatri che son chiamati a guidare, lasciano perplessi su
qualsiasi epilogo del confronto che, chiuso o sospeso, nulla di buono
presagisce per i lavoratori.
Nell’avvertire forte la preoccupazione di tale condizione, il coordinamento ha
chiaramente espresso come linea di intervento il tentare di recuperare, se
possibile anche attraverso il disegno di legge Carlucci – De Biasi fermo in
parlamento, quella parte di articoli nefasti che guidano la 100.
La Cisl pensa che il restringimento del coordinamento a 14 rappresentanti per
ogni sigla, qualora questi si mantenessero sempre nelle medesime persone,
sarebbe la risposta operativa a chi chiedeva commissioni che rischierebbero di
avvantaggiare la controparte nella scelta dei temi contrattuali portando a
conclusione quelli che più gli aggradano. E’ nella forza del dibattito
democratico, maturo e costruttivo che il coordinamento torna delegazione
plenaria trattante.
Tale dibattito compiuto all’interno delle stesse persone eviterebbe il riproporsi di
temi ormai conosciuti e fatti nostri come l’insufficienza della quota FUS e la
consapevolezza che non è dietro l’erogazione dei contributi la soluzione dei
problemi del settore.
Il nemico più grande è l’assenza di un progetto che definisca stato e ruolo delle
Fondazioni nello scenario culturale italiano. In questo la reclamata legge di
sistema torna indispensabile e i dettami della legge 100 insufficienti e
inappropriati, soprattutto dove impongono norme e scadenze alla contrattazione
collettiva nazionale.
A tal fine sarebbe giusto ricordare con un comunicato che a questo indirizzo
erano finalizzate le lotte dei lavoratori e che lo stato di agitazione più volte
annunciato non è sopito e attende “soluzioni” che sono tutt’altro che allontanate
dall’erogazione ministeriale.
Al contratto nazionale c’è comunque esigenza di trovare una risoluzione, anche
alla presenza di posizioni dell’Anfols poco costruttive e di un documento di
indirizzo Ministeriale a misura di sovrintendenti, perché senza soluzione la
penalizzazione dei lavoratori sarebbe ancor maggiore e l’incapacità sindacale
acclarata.
Esigere la piena applicazione della legge 100 soprattutto nelle parti che
stabiliscono la creazione delle commissioni con il sindacato e la responsabilità
in solido dei sovrintendenti per ulteriori gestioni fallimentari, dalla piena
applicazione della legge passa la strettoia alla controparte contrattuale.
Consideriamo imprescindibile il tentativo di redigere il contratto nazionale
quanto quello di consumare il tempo che abbiamo dinanzi per ottenere quel
tavolo interministeriale capace di promuovere i giusti correttivi alla 100 da porre
in una definitiva legge di sistema.
Su questi temi, per gli appuntamenti contrattuali e per analizzare i regolamenti
attuativi sarà prossimamente utile riconvocare il coordinamento nazionale.
LA SEGRETERIA NAZIONALE
FEDERAZIONE INFORMAZIONE SPETTACOLO E TELECOMUNICAZIONI
Sede Nazionale – Via Palestro,30 – 00185 Roma – tel. 06-492171 Telefax 06-4457330
Roma, 19 aprile 2011
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COMMENTI (1)
Inviato il 25 aprile a 15:57
Alla Segreteria Nazionale: per favore nei comunicati usate un linguaggio meno farraginoso, siate diretti e sintetici!