E mi è piaciuto così tanto che avrei voluto farvi veder subito le foto.
Ma mi sono trattenuta.
Ho innestato con il cicciotto, che si è annoiato subito e ha preferito correre per pozzanghere e tirare sassi più grandi di lui, nel campo lì vicino. Salta adesso, e cade spesso. Quello anche prima in effetti.
E avrei voluto dirgli di stare lì vicino a me, di non farsi male.
Perchè l'altro giorno è caduto dalle scale, la prima rampa di 3 gradini, non si è fatto nulla, ma per me è stato abbastanza per sentirmi una pessima madre.
Sarà che sono le prime prove di indipendenza da me e mi ci devo abituare.
Comunque ieri l'ho lasciato libero. Non gli ho detto niente.
Mi sono trattenuta.
Che poi voglio dire, io sono una campionessa di cose trattenute.
Trattengo, trattengo, poi faccio grovigli e ficco nei buchi. Poi chiudo con i coperchi.
Poi torno a vedere eh. Sono una madre amorevole con i miei grovigli.
Ogni tanto vado lì e tiro su qualche coperchio per controllare la situazione.
Alcune cose rimangono tal quali. Apro il coperchio e sono lì placide, che giocano a dadi nell'attesa. Le guardo, loro mi guardano. Sorriso ebete. Richiudo il coperchio.
Altre invece si sono attorcigliate ancora di più. Dotate di vita propria si sono allargate, espanse e annodate. Le guardo, loro mi guardano. E ringhiano. Richiudo il coperchio.
Poi ci sono quei grovigli che quando apri... "oh porcapupazza, che schifo". Un blob indefinito. Lo guardi, lui ti guarda, sai che gli devi qualcosa a 'sto povero blob. Prometto che tornerò. E richiudo il coperchio.
E infine ci sono le belle sorprese. Quei buchi che dici "No, non lo apro quel coperchio neanche se mi pagate. No, no e no" E invece apri e ne esce un luccichio che tintinna mentre se ne va. Meraviglia.
Tirando le somme, sono un colabrodo pieno di buchi tappati. Sono un emmenthal.
Ancora le metafore alimentari. Dal carciofo all'emmenthal.
Devo smettere di scrivere in pausa pranzo.
Con calore, per ora, un saluto.