Tutti, in Africa e non solo, guardano in queste ore alla finalissima di calcio di domani ,domenica, 10 febbraio.
E l’attendono con così tanta ansia per poter dire finalmente a se stessi : “Non ho sbagliato, ho scommesso bene!”.
Infatti, e la Nigeria e il Burkina Faso, quando l'adrenalina è tanta, si danno entrambi per vincenti.
E non aspettano altro, ciascuno per proprio conto, che di portarsi a casa l’agognata e, perché no, anche meritata “Coppa”.
Non c’è dubbio, allora, che quella di domani sarà senz’altro una gara molto sentita che, da entrambi gli schieramenti, poco o nulla consentirà sul campo all’avversario.
E con i giocatori-idoli ,e ormai anche idolatrati, a fare da supporter, ci sono poi i numerosissimi tifosi di una parte e dell’altra.
Questi che di scommesse, anche di pochi spiccioli, ne hanno fatto sul serio nei caffè, in cui siederanno a guardare la partita dagli schermi della tv.
In Nigeria le emittenti televisive non hanno acquistato i diritti, a quel che si dice, perché pare fossero troppo costosi.
Ma ci sono sempre le “fedeli” radioline e, per i più fortunati e i più ricchi, il satellite o il computer.
Nessuno si defila, insomma, dal vedere una competizione di tale portata che, sempre, in Africa ha avuto (anche nelle edizioni passate), e ha ancora oggi, un sapore molto speciale.
Per gli “stalloni” burkinabé, se riuscissero a strappare il risultato, sarebbe la prima vittoria in sede continentale. E non è affatto poco. E la gente ci spera.
Le super “aquile”,invece, sono molto sicure di sé, e, a sentirli parlare, nel corso delle interviste, hanno già il risultato in tasca.
E il merito, a detta loro, è tutto di Stephen Keshi, l’allenatore,che nel ’94 era il capitano della nazionale più forte d’Africa.
Per noi, la partecipazione emotiva per forza di cose è un pochino differente.
L’augurio è che, comunque vada, vinca davvero il migliore.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)