di Nicola Pucci
Passati sotto silenzio i primi due appuntamenti di Coppa del Mondo di sci 2013/2014 a Soelden e Levi – archiviati con i successi dei fenomeni Ligety e Hirscher e delle rampanti Gut e Shiffrin e con la debacle preoccupante dei colori azzurri – il Circo Bianco si mette definitivamente in marcia dal continente americano. Donne a Beaver Creek, in Colorado, e maschietti a Lake Louise, in Canada, e di sorprese, così come di conferme, ce ne sono state. Con buone nuove anche per l’Italia.
Lara Gut – da sports.fr
Si parte venerdì con la discesa libera femminile, e la prova ridà fiato alle speranze veloci in prospettiva Olimpiadi di Sochi delle nostre ragazze, rilanciando il talento di Elena Fanchini, frenata in passato da troppi infortuni e un’incostanza atavica. La 28enne bergamasca, scesa col pettorale numero 3 e terza all’arrivo, sale sul podio a distanza di otto anni dall’unico successo di Lake Louise 2005 e magari da qui avvierà la seconda fase della sua vita agonistica. In assenza di Lindsey Vonn, pronta comunque al rientro, e con Tina Maze in ritardo, tocca ancora a Lara Gut sbaragliare la concorrenza, annunciando così ad alta voce la sua candidatura alla classifica generale. In seconda posizione chiude Tina Weirather, che batte bandiera del Liechtenstein, figlia di Harti Weirather e Hanni Wenzel campioni anni 80: buon sangue non mente.
Non c’è due senza tre dice il proverbio, e Lara Gut di questi tempi ha due bombe sotto i piedi; nel supergigante che apre il programma di sabato fa tris scivolando perfettamente a valle con tempi inavvicinabili dalla concorrenza. Maze becca due secondi, ci prova Anna Fenninger che rimane avanti fino a metà gara ma poi rimane di poco sotto il secondo di disavanzo, relegata così a valletta della ticinese scatenata, davanti a Nicole Hosp. Tocca stavolta all’altra sorella Fanchini, Nadia, comparire ai piani alti della classifica, quinta, così come Sofia Goggia, altra bergamasca emergente, a 21 anni trova il primo sorriso in Coppa del Mondo con il settimo posto che è di buon auspicio per il futuro: se son rose fioriranno.
Dominik Paris vince la discesa libera di Lake Louise – foto reuters da repubblica.it
La buona prova delle fanciulle tricolori è solo l’aperitivo di quel che accade all’ora di cena. Accade che Dominik Paris, atteso al definitivo salto che lo elevi a dominatore assoluto tra gli uomini-jet dopo i trionfi dell’anno passato a Bormio e Kitzbuehel e l’argento mondiale di Schladming, abborda la stagione olimpica con il successo nella discesa d’apertura di Lake Louise mettendosi alle spalle gli uomini forti della specialità. Klaus Kröll arriva ad un soffio, 3centesimi, poco dietro è la volta di Theaux e Svindal. L’Italia fa pure gioco di squadra e piazza Heel 7°, Fill 12° e Innerhofer 14°: meglio di così non poteva proprio cominciare.
Il tracciato del supergigante maschile di domenica chiama i campioni che sanno disegnare le curve a velocità sostenuta e in questo esercizio Aksel Lund Svindal è decisamente un maestro. Il norvegese non tradisce le attese ed anticipa lo squadrone austriaco che piazza due atleti sul podio, Matthias Mayer 2° e Streitberger 3°, e occupa cinque delle prime otto posizioni della classifica di giornata. Paris ha molto ancora da imparare in questa disciplina ma gli azzurri non sfigurano, Innerhofer è appena giù dal podio dopo un inizio incerto e Fill chiude 8°: chi si accontenta gode.
Il week-end di là dall’Atlantico si chiude col gigante femminile. Lara Gut stavolta fa cilecca uscendo nella prima manche e c’è finalmente gloria anche per le rivali che fin qui si son dovute accontentare delle briciole. Le serpentine sulla Birds of Prey esaltano la svedese Jessica Lindell-Vikarby che disegna la manche la vita, la prima, prendendo un buon margine su Shiffrin, fenomeno dello slalom ormai pronta ad esplodere anche in gigante, e la connazione Pietilae-Holmner scesa col pettorale 25. Tracce di riscossa azzurra nel secondo round, con Federica Brignone che torna a sciare come sa dopo la parentesi sfortunata della scorsa stagione risalendo dalla quindicesima alla settima posizione. Ma il successo se lo giocano altre pretendenti, Lindell-Vikarby amministra il vantaggio acquisito e per soli 9centesimi guadagna la seconda vittoria di una lunga e onorevole carriera ricca di piazzamenti precedendo Shiffrin e Tina Weirather: non è mai troppo tardi per gioire.
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