Scrivo questo articolo per avere illuminazioni al riguardo.
Inizierò con il fare ammenda per non essermene interessata fino ad adesso, ma davvero non avrei mai pensato che la cosa avrebbe potuto un giorno riguardarmi. Niente di più sbagliato, ma che volete farci, non si finisce mai d’imparare.
Detto questo, partirò con il raccontare, specialmente per tutti gli amanti del privato altrui (in questo caso del mio), che la mia “storia” con Mr. Calzino (di qui apresso chiamato L.) sta procedendo alla grande e ci stiamo avvicinando al mitico traguardo dei 24 mesi: due anni.
Capirete che non vorrei arrivarci impreparata. Un minimo di organizzazione per l’evento ci vuole. Ma che fare? Perchè una cosa è festeggiare due anni di un semplice “stare assieme” … ben altra cosa poter dire: “siamo una coppia di fatto”.
Mi domando quindi se esista un periodo di prova prima di potersi considerare tali; c’è forse l’obbligo di un conto corrente cointestato? E’ forse necessaria la nascita o programmazione di un figlio? C’è obbligo prolugata coinvivenza? Ci vuole il riconoscimento della comunità?
Ebbene sì lo ammetto. Io ed L. non viviamo sotto lo stesso tetto, ma bensì a 25 km di distanza; non abbiamo un conto cointestato e non abbiamo previsto di proliferare. Restano quasi due anni di vita condivisa, assaporata e combattuta assieme e magari centinaia di programmi futuri.
Per quanto riguarda il “riconoscimento” di me e L. come coppia … diciamo che almeno in un caso dobbiamo ancora lavorarci su. Un po’ come sta facendo l’Autorità Nazionale Palestinese, per farsi riconoscere quale stato membro dell’ONU. Non so se il paragone sia calzante, ma nonostante i due anni assieme, c’è ancora qualcuno che insiste a non volerci considerare una ”coppia” … di qui il dilemma: stiamo sbagliando qualcosa?
E voi, siete una ”coppia di fatto”? Lo siete mai stati? Potete aiutarmi?