“È da considerare una priorità l’istituzione del registro del testamento biologico, così come quello parimenti annunciato sulle cosiddette unioni civili, mentre la gente si aspetta fatti concreti per una migliore vivibilità e progetti seri per creare sviluppo e occupazione?”
E mentre l’arcivescovo indica il Parlamento come unico a poter legiferare in materia (bollando l’iniziativa come “un’inopportuna e demagogica fuga in avanti” e “terapia distraente”), le ripercussioni in Consiglio si fanno subito evidenti: se Maria Lorenzi (Idv) è perplessa ma attende la discussione in sede istituzionale, Elpidio Capasso (Idv) e David Lebro (Udc) annunciano il loro netto no.
Per tutti gli altri c’è il paravento della libertà di coscienza che garantisce tutta la suspence del caso.
fonte: Il Giornale di Napoli | foto: La Repubblica Napoli