Versi che non rivelano ancora la mia svolta trash, né la serata Durex di venerdì scorso in discoteca
Parlo di fatti concreti come mani.
bianche di calce e dure di lavoro.
Chiamo l’esempio allora,
prendendolo per mano:
Grinzoso schermo appeso,
brillava di riflessi, fiotti di luce
e schizzi delle onde in mezzo ai rovi.
Quel giorno l’ho scalato senza guardare in basso,
instabile, tentando le vie nuove,
i muscoli tremanti e i tendini in tensione.
Punte di dita incerte, petto sbalzato
dalla parete ostile al battito schiacciato
di un cuore che si ostina.
Sono arrivata in cima. E lì
ho gridato forte, rivolta a chi era in fondo
(gli amici-macchie di colore, i loro zaini pieni,
i fuoristrada ai margini del bosco)
non so più quante volte.
Dicevano “Ora scendi!”
Io non avevo voglia di tornare.
E la conquista
ha spinto oltre il desiderio.
Rischiare l’equilibrio, vivere i fatti
mani di magnesite
sudore stillante dalla fronte accesa
nervi tesi
E solo la vertigine
sotto di me in cordata.
EELS – I’m Going to Stop Pretending That I Didn’t Break Your Heart
(Per la pazienza/ devo un inchino/e pure un grazie/ ad Antonella/ Taravella Guarino)