Il terzo articolo della triade dedicata alle eccellenze musicali di casa nostra, dopo VDL e Orecchie di Puglia, racconta – guarda caso – una storia di corde. Più precisamente, sei. Per chi non lo sapesse infatti questo è il numero standard di corde di una chitarra (anche se è famosa pure la versione a 12 corde, e si vedono anche mostri da 7 oppure 8 corde, soprattutto nei concerti metal…). A questo numero sono devoto sin dall’adolescenza, da quando per la prima volta mi sono trovato in mano una chitarra, appunto, e mi è presa la smania di suonare. Avessi saputo in che guaio mi andavo a cacciare. Perché la passione chitarristica è perniciosa, epidemica, fortemente contagiosa, recidiva-(nte) ed incurabile …E infatti come me ne soffrono svariate migliaia di individui in giro per il mondo. Per alcuni questa diventa una vera e propria ossessione, ma spesso i risultati di tale malattia sono straordinari. Prendiamo il caso di Agostino Carella.
Torniamo al nostro…
Maniaco della musica e adepto delle Seicorde, Ago vive di movimenti migratori tra Acquaviva, in provincia di Bari, città d’origine dei genitori, e l’America, più precisamente il Canada, dove nasce e dove si appassiona alla chitarra ed in particolar modo alla sua costruzione. Come si evince dal suo racconto: ”Ammiratore del grande maestro liutaio canadese Jean Larrivèe, frequenta alcuni laboratori di liutai di Toronto dai quali apprende i segreti delle risonanze dei legni e le tecniche basilari di costruzione e riparazione. Dedica parte del suo tempo alla sperimentazione dell’elettronica applicata alla chitarra, cosa molto di moda agli inizi degli anni ’80” . Insomma un lungo ed intenso apprendistato. I casi della vita lo riporteranno a casa, ad Acquaviva, dove si occupa di un’attività nel settore della ristorazione, ma il sogno è sempre lì, nel cassetto, e – datosi che ha sei corde – ogni tanto si fa sentire.. Un bel giorno Agostino decide che deve essere arrivato il momento per fare una grossa fesseria, o iniziare un progetto grandioso, realizzando un sogno. E si mette a costruire, forte della passione e dell’esperienza accumulata in anni di studio e di pratica, chitarre elettriche … e non a Nashville, Tennessee, o a Toronto, ma …. ad Acquaviva delle Fonti in provinvia di Bari. Coniuga liuteria artigianale con gli ultimi ritrovati in fatto di tecnologia, disegna un progetto ardito, seleziona con cura legni pregiati e componenti di qualità e dà alla luce la sua prima Agostin, la chitarra che da lui prende il nome (pure Geppetto diede al figlio il suo stesso nome, Giuseppe, seppure in vezzoso diminutivo – Pinocchio …) e il suo Brand , Agostin Custom Guitars.
Ma a differenza del discolo burattino di Collodi, le chitarre di Agostino non mentono, ma suonano … alla grandissima. Ago ri-prende a frequentare fiere, eventi, kermesse sempre con la sua brava Agostin al braccio e la presenta e la fa suonare; anche gli scettici, una volta imbracciato lo strumento ne vengono rapiti, impressionati e ..conquistati…riscuote quindi apprezzamenti e consensi, e la sua chitarra comincia a vedersi in giro anche in mani abbastanza esperte e conosciute, sino a che un altro chitarrista, affetto anch’egli da atavica ed incurabile mania delle sei corde, rimane folgorato dal suono e dalla foggia dell’Agostin. E ne fa il suo strumento di … Battaglia. E visto che si chiama Dodi di nome, basta fare due più due per capire che stiamo parlando del chitarrista dei Pooh … e il resto è leggenda …Evito di addentrarmi in una disquisizione tecnica in cui non saprei a che ‘corde‘ aggrapparmi, e lascio che siano gli esperti a illustrare alcune delle peculiarità delle chitarre di Agostino.. Ecco nello specifico il resoconto/racconto che ne fa Valerio Passi di Musicoff :“I progressi continui lo hanno portato anche a sviluppare tecniche di costruzione innovative. Come per esempio la giunzione di manico e corpo attraverso una vite in quest’ultimo, che va ad inserirsi in un controdado presente nel manico, evitando cosi la classica placca di metallo o l’utilizzo di colle.
Tutto questo, secondo il nostro Agostino, porta ad una notevole solidità, nonché ad un aumento sensibile del sustain. I due elementi, inoltre, vengono lavorati insieme, sagomati e provati fino a trovare l’incastro perfetto, lavorando con accuratezza per evitare che le condizioni ambientali (come l’umidità, problema da non sottovalutare in molte zone italiane) modifichino in futuro le dimensioni e l’equilibrio delle parti. Nulla è lasciato al caso o trattato con superficialità.
Per quanto riguarda l’elettronica, dopo svariate prove di pickups di vari modelli e marchi, la scelta è ricaduta su dei magneti artigianali made in U.S.A. Si tratta di pickups che, a differenza di altri modelli provati, colorano il meno invasivamente possibile il tone dello strumento, lasciando che i legni scelti diano esattamente le sfumature timbriche ricercate e che le mani di chi suona facciano il resto.
Il design delle Agostin Guitar deriva dallo strat-style ma il catalogo è molto vario, si va dai modelli base, con le caratteristiche classiche delle Stratocaster, fino ad arrivare a chitarre custom come la “Z-24”, una concept strat con scalatura 24.75” (in pieno stile Gibson per intenderci).
Molte le novità che bollono attualmente in pentola, in progettazione c’è una serie di nuovi modelli: una superstrat 24 tasti con manico set-in; un progetto originale che strizza l’occhio alle PRS; una chitarra elettrica con corde in nylon; una Telecaster-style. Tanti gli artisti che si sono affidati al sound di questi strumenti e ne sono endorser: il suddetto Rocco Ziffarelli, Max Cottafavi (Ligabue), Fabrizio “bicio” Leo (Ramazzoti, Mannoia, Zero), Ruggero Brunetti (orchestra della RAI, Ron, Patty Pravo), fino ad arrivare all’interesse di Mario Schilirò!
Insomma, sicuramente Agostino Carella costruisce strumenti ricercando soluzioni e sound propri… sustain, tone e giusto feeling sono gli elementi alla base di tutta la sua produzione.
Imbracciando una delle sue chitarre, le nostre mani non possono che ringraziarci!Valerio Passi“
Da allora la leggenda (è) diventa(ta) storia, e i progetti di Agostino procedono spediti nell’affinamento degli strumenti che tanta soddisfazione stanno dando a lui e ai musicisti che ne apprezzano le caratteristiche ed i pregi. Anche in questo caso l’azzardo, se vogliamo, ha dato buoni frutti, nonostante la concorrenza dei marchi storici che anche i non esperti conoscono, come Fender, Gibson ,Gretsch, Guild, PRS eccetera …
Le chitarre Agostin rappresentano dunque un esempio di Arte che suona, e di Suono incarnato (si fa per dire), meglio ‘intagliato’ - in veri e propri oggetti ‘artistici’, oltre che artigianali…Agostino dà in tal senso il suo contributo alla musica, mettendo nelle mani degli artisti un altro straordinario strumento con cui esprimere il proprio talento e la propria ispirazione…
Ancora una volta una storia di eccellenza che parte dalla passione e si fa strada nonostante possa sembrare una sorta di sfida impossibile; eppure succede e ve ne stiamo dando ampia documentazione.
Sarà mica che quello che nasce dalle nostre parti ha dalla sua una segreta buona stella.. o forse più verosimilmente coviamo talenti e capacità segrete che quando vengono messe all’opera creano risultati di rilievo, se non eclatanti, e sanno fare scuola a tutte le latitudini dell’Orbe Terraqueo?
L’Audio-Filo… (Tony Capurso)