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Coraggiosi e determinati

Creato il 01 ottobre 2013 da Ilnazionale @ilNazionale

naingoolan1 OTTOBRE - Con le unghie e con i denti il Cagliari è riuscito ad acciuffare un meritato pareggio (1 – 1)  nella partita giocata domenica 29 settembre a Trieste contro l’Inter. Un match che, stando a quanto era stato stabilito all’inizio del mese di settembre, avrebbe dovuto inaugurare il nuovo ciclo dello stadio “S.Elia”, ma il no della Commissione Provinciale di Vigilanza ha consegnato la 35° partita con i nerazzurri allo stadio “Nereo Rocco” di Trieste, il cui campo zuppo di pioggia ha fatto temere ai diecimila tifosi interisti e ai pochi e coraggiosi Sconvolts presenti una possibile sospensione della partita da parte dell’arbitro Rocchi.

I pronostici erano dalla parte del Cagliari: con la squadra milanese i rossoblù non perdono in casa dall’ottobre 2010 e l’ultima vittoria dei sardi di non pochi mesi fa ha fatto credere ai rossoblù che anche quest’anno si potesse ripetere l’impresa.  Questa volta, però, è stata tutt’altra storia perché la “marca” nerazzurra è rimasta evidente per tutta la durata dell’incontro. L’Inter infatti è subito apparsa decisamente più propositiva, forte di un secondo posto conquistato grazie alla cura Mazzarri e di un gioco molto brillante e ben strutturato. Schierando il consolidato 3-5-2, il nuovo allenatore ha dovuto però far fronte all’importante assenza di Hugo Campagnaro, rimpiazzato da un non eccezionale Rolando, e ha fatto partire dalla panchina – in vista dell’importante sfida contro la Roma -  il bomber Palacio, preferendogli Belfodil.

Dall’altra parte, il Cagliari ha dovuto risolvere in poche ore il dubbio relativo alla formazione. Diego Lopez, non potendo disporre di Cossu, Ekdal e Pisano, ha messo in campo dal primo minuto Cabrera nel ruolo di trequartista, Avelar sulla sinistra, Perico sulla destra e Ibarbo in coppia con Pinilla, lasciando in panchina Marco Sau e il misterioso neo acquisto Ibraimi.

Sin dai primi minuti l’Inter ha fatto sicuramente la parte dello schiacciasassi. Le incursioni di Kovacic e Ricardo Alvarez hanno dato non poche rogne ai centrali Rossettini e Astori – i quali hanno fatto davvero un buon lavoro -  e i velocissimi inserimenti in area di Nagatomo e Guarin hanno fatto suonare più volte il campanello d’allarme. Il Cagliari, tuttavia, ha fatto il suo gioco, calmo, attento e spesso articolato, lavorando sui terzini e cercando di orchestrare con Ibarbo pericolose azioni di contropiede, sebbene il campo pesante abbia frenato più volte le cavalcate del colombiano. Sulla mediana Nainggolan e Conti hanno in qualche modo cercato di tenere l’uomo, ma quando l’Inter alzava con successo il baricentro l’area di rigore degli isolani veniva costantemente assediata, dando modo a un attentissimo Michael Agazzi di riscattarsi ampiamente dopo la figuraccia di Genova.

Fino al 75° minuto Mazzarri ha sbuffato, si è dimenato, ha fatto appello anche alla scaramanzia togliendosi la giacca, ma è stato solamente mettendo in campo i suoi pezzi pregiati Icardi e Palacio che è riuscito a sbloccare la partita. Icardi, ha trovato il gol – in collaborazione con Nagatomo e Palacio -  sfruttando una delle numerose manovre del centrocampo di una squadra che, benché abbia avuto in mano la partita, ha dato l’impressione di avere avuto paura di perderla. Lopez ha infatti cercato di dire la sua buttando nella mischia Marco Sau e Agmi Ibraimi. Il primo ha indubbiamente dato il suo contributo alla causa, seppur in maniera ridotta rispetto alle partite in cui è stato schierato titolare, mentre il secondo è riuscito a mancare vistosamente l’occasione più clamorosa.

Insomma, il gol dell’Inter sembrava essere la logica conseguenza inoppugnabile di una palese  superiorità, ma quello  dell’indonesiano Radja Nainggolan, sette minuti prima della fine, ha dimostrato che il calcio non è fatto di “logiche conseguenze”, ma di grinta, coraggio e determinazione. A volte si va avanti anche così.

Quello conquistato al “Nereo Rocco” è stato un pareggio – per molti una mezza vittoria -  frutto di un gioco preciso e pulito, anche se non eccezionale, ed è bene mettere ogni punto in cascina in attesa di quello che sarà un difficile autunno.

Gianmarco Cossu

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