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L'ultimo romanzo di Peter Cameron, uscito in Italia in contemporanea con l'uscita americana, è una storia ambientata nella primavera del 1950 in un'Inghilterra piovosa, umida, oscura... ancora ferita dalla guerra nel corpo e nello spirito. Ci sono fratelli morti in guerra e ci sono uomini tornati dal fronte con menomazioni e fantasmi invadenti. La protagonista del romanzo, Coral Glynn, è una graziosa infermiera sola al mondo. I suoi genitori sono morti, suo fratello, come si diceva prima, è morto in guerra... la sua realtà è fatta di case di estranei dove lei arriva per curare un malato terminale e vi rimane giusto il tempo di alleviare gli ultimi giorni dell'anziano sofferente. Tutte le volte è un nuovo inizio, una nuova partenza.Qualcosa sembra cambiare solo quando Coral arriva a villa Hart per assistere una vecchia signora malata di cancro. Nella grande villa vivono anche il figlio Clement, un uomo taciturno e di bell'aspetto, rimasto ferito in guerra, e una governante ben poco cordiale con la bella infermiera.Qui, Coral, cerca una nuova normalità... un nuovo nido dove sentirsi al sicuro dagli artigli affilati del mondo, e il suo arrivo smuoverà i sensi sopiti di Clement, chiuso nel suo dolore e impossibilitato ad amare per una confusione emotiva che il suo amico Robin non lo aiuta a dipanare, cercando un contatto ormai impossibile.Si intuisce che tra i due, in gioventù, è successo qualcosa di importante. Ma se Robin, sebbene sposato, vive ancora nel ricordo di quell'antica passione, Clement, si lascia solo accarezzare dai riflessi di un errore passato. Villa Hart è circondata dalla Foresta Verde, un intricato bosco dove Coral ama spesso passeggiare nei pochi momenti liberi che le concede il suo lavoro. Qui, tra le foglie fitte di un agrifoglio, un giorno, vedrà una scena che devierà il corso del destino. Poco giorni dopo, il delitto di una bambina, scuoterà l'atmosfera immobile della piccola cittadina e Coral, proprio il giorno del suo matrimonio con il maggiore Clement - celebrato dopo l'improvvisa morte dell'anziana madre - verrà travolta dagli eventi e sarà costretta a fuggire verso Londra per evitare l'arresto. Cameron è bravissimo a tratteggiare i personaggi e a renderli vivi con dialoghi sempre perfetti e sincronizzati con ironia. Un'ironia tagliente, dolorosa, spesso disarmante.I suoi personaggi sono anime sofferenti che inseguono un ricordo, un sogno, una vaga speranza. Piccoli volatili feriti che sbattono le ali sempre più deboli per non venire inghiottiti dalle acque gelide di uno stagno putrido.Il soggiorno di Coral a Londra, complice il gesto egoista di Robin che nasconde le lettere della ragazza e non le consegna al suo amico Clement, novello sposo trepidante e sconsolato, porterà la nostra eroina a una nuova consapevolezze di sé, all'incontro con un giovane polacco dal fascino sfrontato e le idee molto chiare (la scena della seduzione notturna nella pensione della madre del ragazzo è tra le più comiche e dirette che ho letto nella mia vita) e a una nuova idea di possibile felicità. Sono molte le scene che restano impresse nella memoria.Piccoli particolari che rimangono lì, incastonati tra i pensieri, fulgidi come pezzi di vetro tra la sabbia arroventata dal sole. Inutile dirvi che Peter Cameron è un autore che stimo moltissimo.E come ho letto in una recensione... "Il libro è la perfetta sintesi della qualità prima di Cameron, quella di dar figura a personaggi in doloroso equilibrio tra frustrazione e stupore, quello di chi non sa cosa aspettarsi dalla vita, si infila in garbugli crudeli e non sa trarre altro partito dagli incontri che il rammarico."Vivamente consigliato.
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