2008: Coraline di Henry Selick
Nelle sale è stato proiettato in 3 D: valore aggiunto non strettamente necessario per apprezzare compiutamente un lavoro che giustamente Alberto Crespi ha definito “bellissimo ed emozionante”.
Una gioia per gli occhi e per la mente dello spettatore. Visivamente splendido, ricco di fantasia e di spunti di riflessione, Coraline sembra un Alice nel paese delle meraviglie rivisitato da Tim Burton con una spruzzata di Alfred Hitchcock.
E’ più unico che raro che la stop motion (pupazzi animati fotogramma per fotogramma) e la tridimensionalità vengano utilizzate per raccontare una storia dal contenuto simbolico ed inquietante, serio e problematico: qui si parla della ricerca della felicità contro un mondo che appare respingerci o ignorarci.
Un sogno che si trasforma in un incubo, questa è la storia che ci narra il film, film che si segnala non solo per la grande inventiva e lo splendore delle immagini: Coraline ha molto da insegnarci sui nostri desideri e sulle nostre insoddisfazioni. Particolarmente giusto mi sembra quanto scrive Roberto Nepoti su Repubblica: “Anziché lisciare e rassicurare il pubblico, come la maggior parte dei cartoon, la fiaba di Coraline ci parla del divario tra fantasia e realtà, degli universi taroccati dell’ edonismo e della quantità d’ illusione che ciascuno di noi – bambino o adulto – è disposto a tollerare pur di non guardare il mondo a occhi aperti”.
p.s.
Il film è interessante anche perché il suo messaggio (che Lietta Tornabuoni così riassume “Morale: la fantasia è peggiore della realtà, più pericolosa; bisogna accontentarsi di quel che si ha, anche se pare poco soddisfacente”) sembra contraddire l’intera ideologia americana.
Filed under: cinema-recensioni Tagged: animazione, cinema, coraline, dave mckean, henry selick, locandina, neil gaiman, recensione, recensioni, video