Oggi aspettavo un fax davanti alla macchina dei fax (ha un altro nome, per caso?).
Pensavo alle parole di mia madre "Ti innamori di gente che spesso sopravvaluti" o che ripete sempre il mio amico Andrea "No, quello no. Così ti butti via. Sei il caviale per uno che è abituato a ossa di pollo". Io ho paura che poi, continuando con questa selezione, prima o poi mi ritrovo a 40 anni, con due ovuli rimasti e con l'obbligo di assolvere quel vecchio patto che un giorno io e il mio amico R. suggellammo con un bicchiere di porto: "Se non sei sposata a 40 anni, ti sposo io e ti faccio fare tre figli". Solo che R. in dieci anni è diventato obeso e con problemi di alitosi, e io evitarei di dover onorare forzatamente quella promessa adolescenziale.
Mi sono chiesta allora perchè noi ragazze ci imbuchiamo in patti-salva-vita-sentimentale in un età ancora lontana dal ticchettio schizofrenico dell'orologio biologico. E soprattutto perchè li stiliamo sempre con gente che diventerà la controfigura di Lerch.
Forse perchè geneticamente conosciamo il problema della progressiva scomparsa del maschio (che Zanotelli ha da poco riportato in tivvù), così che davanti a una futura lotta all'ultimo tacco per conquistare quei pochi non occupati, gay, disorientati o senza capelli ci piace partire premunite.
Forse siamo vittime di un pessimismo tutto femminile, che ci porta a restare ben ancorate a terra pronte a attuare un piano b qualora la possibilità di vedersi accoppiate si riduca drasticamente avvicinatesi all'età del collo a Gallus domesticus.
Forse perchè "meglio sole che male accompagnate" l'ha inventato probabilmente una cessa.
Forse perchè crediamo scarsamente in noi, per colpa della cultura maschilista, del Governo, e delle mezze stagioni.
Tutte ipotesi le mie, che mi hanno fatto sostare 20 minuti davanti al fax, parlando da sola.
E poi, a un certo punto, è davvero uscito un fax.
E riportava l'annuncio della prossima apertura di un'Agenzia matrimoniale a Bologna.