Corea del Nord: 80 giustiziati in un giorno

Creato il 14 novembre 2013 da Rodolfo Monacelli @CorrettaInforma

Corea del Nord: Kim Jong-Un avrebbe ordinato la condanna a morte per dei “reati leggeri“, come ad esempio aver guardato la tv sudcoreana

La notizia filtrata dallo JoongAng Ilbo, un giornale di Seul, parla delle esecuzioni avvenute il 3 Novembre nella Corea del Nord, in un solo giorno sono state giustiziate 80 persone in sette città differenti, esclusa la capitale, Pyongyang.

Difficilmente riescono a trapelare notizie dalla Corea del Nord che è, di fatto, lo Stato più chiuso del mondo, meritandosi l’appellativo di “regno eremita”, le rare notizie raccolte, sono spesso testimonianze di fuggiaschi che ci raccontano una vita difficile. Risulta però che il 3 novembre sarebbero state giustiziate ottanta persone per reati come: aver letto la Bibbia, diffusione di materiale pornografico, e aver guardato la TV sudcoreana. L’esecuzione più spettacolare è avvenuta nella città di Wonsan, dove sono stati radunati circa diecimila spettatori per assistere alla fucilazione esemplare di otto condannati.

Quante persone muoiono nella Corea del Nord non è dato saperlo, ma sappiamo che la popolazione è obbligata a vivere una realtà distorta e isolata dal mondo, hanno una Tv bloccata con programmi imposti, sin da piccoli si studia nei libri di storia la venerazione della dinastia Kim, sappiamo dell’esistenza di campi di prigionia, con i detenuti condannati a lavori forzati, alla fame e alla morte. Un’ex guardia del campo nella zona di Hoeryong ha testimoniato della presunta esistenza di lager stile nazista, ci racconta dell’esistenza del “corvo”, un camion nero che una volta al mese preleva quaranta o cinquanta persone a caso, e lo porta non si sa dove.

Il mondo resta a guardare, forse perché la Corea del Nord è diventata un paese pericoloso, che da sempre coltiva un esercito numeroso, inoltre, tuttora studia la perfezione di armi nucleari, compiendo numerosi test nucleari nel sottosuolo. Basta ricordarci le recenti minacce, avanzate qualche mese fa agli Stati Uniti e al Giappone, approntando il lancio di missili nucleari contro questi ultimi.

Oggi, dopo aver saputo di queste condanne, ci dobbiamo chiedere se si tratta di “nuove purghe” o di sciagurate condanne. Le “purghe” sono condanne politicamente mirate a mettere fuori gioco elementi scomodi, è un metodo ereditato periodo staliniano dell’ex Urss, che la Corea del Nord ha messo in atto nei primi anni cinquanta.

Siccome è vietato aver contatti col mondo esterno, forse questi ottanta giustiziati potevano esser diventati elementi nocivi per il “regno eremita”, è curiosa la similitudine avvenuta nel 1969, quando sparirono 80 studenti dell’istituto rivoluzionario di lingue estere di Pyongyang.


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