Secondo Lucci serve «un intervento immediato, a tutela degli utenti, contro la trappola dei tele-quiz in tv». «Da settimane - sottolinea - su alcune reti nazionali si assiste alla messa in onda di spot pubblicitari sotto la veste di telequiz, in cui il conduttore pone delle domande talmente semplici da rasentare il banale e, rispondendo alle quali, attraverso un semplice messaggio dal cellulare, si può accedere a ricchi premi. Quello che non si dice, altrettanto chiaramente - afferma Lucci in una nota - è che una volta inviato l'sms, si attiva sul proprio telefono un abbonamento a servizi dai costi elevati. Questa tipologia di spot va ad aggiungersi ad un'affollata selva di programmazioni televisive fatte di maghi e da giochi che pure in maniera differente, fanno tutte leva sugli stessi punti deboli e cioè l'ingenuità dei consumatori e la speranza di facili vincite».
Per Lucci «sono soprattutto i giovani utenti (ragazzi dai 12 ai 20 anni) a essere coinvolti, rispondendo al quiz con i loro telefonini, spesso del tutto inconsapevoli delle conseguenze cui possono andare incontro». «I Corecom - aggiunge ancora il coordinatore Corecom - vantano molta esperienza in questo ambito, sulla scorta della loro continua attività di vigilanza sulla programmazione delle televisioni locali che ricorrono a queste forme di pubblicità 'facile' per garantirsi introiti sicuri. Siamo spesso intervenuti per garantire la correttezza delle programmazioni»