Il motore dell'economia della comunità è senz'altro lo sfruttamento della pietra calcarea del Perlato Royal Coreno. Sul territorio, sono presenti molte cave, segherie ed agenzie di trasporto che si occupano, rispettivamente, della sua escavazione, della lavorazione e del trasporto, anche a livello internazionale.
(Autore incognito)
"Negli ultimi anni, purtroppo, molte cave e segherie sono entrate in crisi. Oggi si assiste, quindi, ad una diversificazione dello sfruttamento dei giacimenti e ad una modificazione degli stessi sistemi di lavorazione del marmo. Sono, così, comparsi i primi frantoi, nei quali la pietra calcarea informe, non suscettibile di altro sfruttamento economico, viene triturata, a volte perfino polverizzata, per poter essere utilizzata, sotto questa nuova forma, nell'industria delle costruzioni e finanche nella industria cosmetica. Questa relativamente nuova attività "potrebbe", oltre che contribuire al rilancio del bacino marmifero in difficoltà, anche avere dei risvolti positivi sul ripristino dei luoghi soggetti alla escavazione. Inducendo gli imprenditori a cercare materiale da sfruttare, non dalla escavazione "tout court", ma dal recupero dei cosiddetti sfridi. Essi erano depositati e "dimenticati" nelle discariche a cielo aperto che, accessorio irrinunciabile delle vere e proprie miniere, anch'esse a cielo aperto, contribuivano a deturpare il bel paesaggio collinare. Rimane inattuata una diversificazione degli obiettivi economici del paese. Dimostrano buone potenzialità la sua antichissima e tradizionale vocazione agropastorale, con la zootecnia, l'enogastronomia, la produzione e la lavorazione dei prodotti tipici. Non è sfruttata nemmeno l'invidiabile posizione baricentrica tra mare e montagna; tra bellezze culturali, paesaggistiche ed archeologiche, il paese non è al momento dotato di infrastrutture adeguate ai parametri imposti da una nuova, e sempre più qualificata, richiesta del turismo gravitante."
(Autore: SMR)