Sabato 24 novembre alle ore 20.30 e venerdì 30 novembre alle ore 21.45
apre il festival coreografia d’arte ideato da federicapaola capecchi e francesco tadini con: Studio per una coreografia dell’opera L’occhio della pittura di Emilio Tadini di Federicapaola Capecchi/Opificio trame
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’à’’’à’’Coreografia d’Arte è giunta alla sua terza edizione, dal 24 al 30 novembre 2012. Progetto internazionale di Spazio Tadini, è un’idea mia e di Francesco Tadini, è un festival di coreografia, arte e teatrodanza, ma anche e soprattutto un laboratorio permanente di ricerca, idee, scambio e confronto. Per queste ragioni voglio invitarvi a partecipare, a vedere gli spettacoli, a fare i workshop, per essere protagonisti insieme a noi. Un invito ancora più deciso e caloroso visto il momento storico così difficile, per i grandi cambiamenti sociali, politici e soprattutto economici in atto. Questa edizione è, proprio per queste ragioni, una scelta di coraggio e di valori.
La cultura, l’arte, il teatro devono vincere la crisi, resistere ed essere presenti, perché sono utili come il pane, danno linfa, stimoli, fiducia e coraggio. Sono davvero in grado di cambiare lo stato delle cose e il futuro. L’arte, la cultura, il teatro sono un valore in sé, perché possono produrre ricchezza (non solo monetaria) e sono l’unico sistema linguistico capace di trasmettere, in tempi brevi e in modi efficaci, un’immagine positiva di tutto un sistema sociale che ha le potenzialità per rinnovarsi. Di questi tempi sarebbe bene ricordarlo.
Certo oggi è tutto problematico, debole; persino le cose più banali e semplici vengono complicate fino ad una sorta di paralisi, ma domande come che ci interroghiamo a fare? cosa resistiamo a fare? perché osare? sono pericolose e non possiamo permettercele. Con la responsabilità e il senso di un privilegio, riteniamo che tra i nostri doveri ci sia quello di agire, prima che sia troppo tardi. È ora di cambiare. È il momento storico delle iniziative dal basso, popolari, delle class action e dei movimenti. Proprio ora, sia pur tra mille sforzi e sacrifici, la cultura e l’arte servono, meglio, sono essenziali all’essere delle persone; e crediamo che anche 7 giorni intensi di Festival siano un’immersione nell’arte, nel teatro e nella scena in grado di dare valore e arricchimento e di offrire stimoli da condividere.
Crediamo in una cultura dell’essere, che sarebbe efficace per ristabilire un’esistenza più equa e giusta, e sappiamo sia naturalmente pericolosa per chi vuole conservare privilegi e squilibri. Ma vale la pena esserci e rischiare. L’arte scenica, che della cultura è cardine essenziale, in un’epoca che sempre più impedisce i rapporti diretti e la partecipazione, va difesa, salvata, e ogni cittadino deve “appropriarsene”, per semplice godimento o arricchimento e profonda riflessione.
Oggi non si fa altro che ripetere l’ovvio o riproporre mistificanti modelli televisivi, privando l’arte scenica della sua forza primaria: lo spaesamento, lo spiazzamento dai luoghi comuni tramite l’evento teatrale che coinvolge in un unico processo, e in uno spazio e in un tempo veramente reali, attori e spettatori per la creazione e prefigurazione di nuovi mondi possibili. Il teatro crea e ricrea desiderio per la vita, a volte anche per una vita altra, da rivendicare poi nel quotidiano. L’arte scenica, come l’arte, come la bellezza sta nell’esistenza, anche per poterla superare; è una vera assemblea democratica, paradigma di una democrazia reale.
Questi sono solo alcuni dei presupposti che ci hanno mosso nell’organizzare la III° edizione di Coreografia d’Arte. Insieme al fatto che Spazio Tadini è crocevia di artisti, fucina di idee e progetti per l’arte e la cultura, laboratorio vitale e propositivo soprattutto verso i giovani, così come lo era Emilio Tadini per il cui amore per la cultura, l’arte, i giovani e le avanguardie questo Spazio è omaggio permanente. È luogo naturale per Coreografia d’Arte, non solo perché l’idea è nata qui ma soprattutto perché, in linea col senso di Spazio Tadini, Coreografia d’Arte non cerca un palcoscenico tradizionale, ma la vicinanza di una serata da trascorrere senza formalità, che disegna i corpi degli interpreti come un pittore la tela, plasma i movimenti nello spazio come uno scultore la materia, che trae forza dall’energia di uno spazio animato da persone, idee, libri e opere d’arte.
Queste le basi sulle quale vi invitiamo a partecipare, numerosi.
Ogni evento importante ha dei grazie che si ha il piacere di pronunciare.
Il mio grazie è per Francesco Tadini, per Melina Scalise, non tanto, non solo in quanto fondatori di Spazio Tadini, quanto piuttosto come compagni di viaggi, e fatiche, in cui credo.
I miei grazie sono per i coreografi, registi, pittori, drammaturghi che hanno condiviso progetto e idee, e che parteciperanno alla III° edizione di Coreografia d’Arte: Franco Reffo (coreografo e danzatore), Barbara Geiger (coreografa e danzatrice), Valentina Caggio Tatonetti (coreografa e danzatrice), Nicoletta Cabassi (coreografa e danzatrice), Soraya Perez (coreografa e danzatrice), Edy Quaggio (drammaturga, poetessa, regista), Francesca Cinalli (coreografa e danzatrice) e Aldo Torta (coreografo e danzatore), Andrea Gallo Rosso (coreografo e danzatore), Silvia Alfei (coreografa e danzatrice), Pilar Dominguez (pittrice), Francesca Magro (pittrice), Gioni David Parra (pittore), Lucio Perna (pittore), Rodolfo Guzzoni (pittore), Lazzaro Fornoni (pittore), Elia Secci e Sara Scalas (pittori), Elena Cirella (pittrice).
Il mio grazie è per tutti i danzatori e gli attori delle compagnie, per i tecnici, per i costumisti; ma altrettanto per i simpatizzanti, per gli affezionati, per tutti coloro che ci incoraggiano, stimolano e stimano.
Il mio grazie è per Emilio Tadini, di cui tra l’altro ricorre il decennale, che non ha ovviamente scelto direttamente di partecipare, ma “subisce”, da qualche anno, la mia smodata passione di sempre, nei suoi confronti, che mi porta a desiderare spesso di confrontarmi o dialogare con i suoi lavori – opere pittoriche o libri – che, a me, sono sempre arrivati come un corpo. Artista, poeta, scrittore, filosofo, conoscitore e critico del sociale. Un uomo di cui vorrei vedere corpi e sentir parole, ora, sull’oggi, sul futuro, sullo stato dell’arte…proprio perché artista capace di disseminare segnali di futuro, di praticare la scrittura e la poesia come anticipazione, cercatore instancabile di un’altra forma del mondo, e, a mio parere, rivoluzionario.
Grazie al pubblico, agli spettatori appassionati, che lo sono, sempre.
Federicapaola Capecchi, coreografa, danzatrice