di Marco Laggetta
Un fotogramma del cortometraggio
Le luci della festa del paese negli occhi e con gli occhi di un bambino. L’incanto di un paese che mette l’abito nuovo. La musica incalzante della banda. Si vede con il cuore il primo corto di Dario Melissano, che siamo andati a intervistare, affascinati e incuriositi.
Ciao, Dario. Allora dimmi, com’è nata l’idea di girare un film sul tuo paese – Corigliano d’Otranto – e sulla festa del santo patrono, San Nicola?
Tra i ricordi più belli che custodisco nel cuore c’è la festa patronale, quando da bambino andavo accompagnato da mio padre e poi mi perdevo fra le bancarelle, le mille luci, la banda che animava la mia fantasia, la cassa armonica, le viuzze del centro popolate da strani personaggi, venditori, saltimbanco e poi asiatici e africani, una macedonia di popoli e culture. Vent’anni fa la globalizzazione si vedeva solo il giorno della festa di San Nicola. E’ un ricordo tanto bello e vivido che mi ha spinto a girare questo corto.
Come è avvenuta la scelta dei personaggi, la scrittura del film, le riprese? Spiegaci come si è sviluppato il progetto.
E’ nato tutto un po’ per caso, all’ultimo momento, facendo la corsa per avere il personaggio, Luigi Lolli, il bambino che interpreta se stesso nel film. Ho usato una macchina DSLR per le riprese, che devo dire ha risposto molto bene alle esigenze stilistiche. Il taglio è quello del documentario, quindi è stato tutto registrato in presa diretta con movimenti della camera dal taglio realistico e naturale. L’attore era alla sua terza esperienza dietro una macchina da presa, e devo dire che è stato bravissimo, sempre molto pronto a interpretare e capire a fondo le esigenze narrative. Devo ringraziare vivamente anche il direttore della fotografia che ha curato anche il montaggio, Pasquale Maranò, un mio amico e un grande professionista dell’audiovisivo.
Mentre per la musica, davvero spettacolare, ti sei affidato a Cesare dell’Anna. Perché?
Da tempo ascoltavo questo album, che trovo bellissimo, e dato che l’elemento centrale della storia è proprio la banda non potevo che chiedere a Cesare il permesso di usare le sue musiche come colonna sonora. Lui è stato gentilissimo e mi ha permesso di usare tre brani del suo album Girodibanda.
Ancora due domande; a chi è dedicato il film e che contributo credi offra alla comunità di Corigliano d’Otranto?
Il film è dedicato a tutti i bambini che guardano il mondo con occhi incantati e affascinati dall’incontro e dalla diversità. Essere bambini significa non avere pregiudizi né remore sociali o religiose. Significa essere autentici e liberi e soprattutto pieni d’amore. Questa è l’idea che ho dei bambini e questo ho voluto trasmettere attraverso il film. Corigliano, credo, che ora abbia un documento originale e moderno per rivedere e riconoscere la propria festa, che nonostante i tanti cambiamenti avvenuti nel mondo, è stata in grado di conservare quell’autenticità e spontaneità che io osservavo e ammiravo da bambino. Per questo sono grato a tutti i coriglianesi, in quanto hanno saputo lasciare aperta una cartolina che trasmette direttamente dalla mia infanzia e rievoca i ricordi e le emozioni del periodo più bello della mia vita.