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Corpi autentici e una TV interessante: sì, è possibile!

Da Marypinagiuliaalessiafabiana
Corpi autentici e una TV interessante: sì, è possibile!

Logo di ARTE, da voce WIKIPEDIA http://it.wikipedia.org/wiki/Arte_%28rete_televisiva%29

Quando si guarda la televisione italiana, sia che la si segua con assuefazione sia che la si guardi con l’intenzione di evidenziarne criticità e superficialità, può risultare difficile immaginare qualcosa di diverso. Magari capiamo che vorremmo altro, ma esattamente cosa è difficile a dirsi. Da telespettatori non è detto che si abbia la creatività di chi, per mestiere, lavora e progetta il dietro  le quinte.  Per esempio, e di questo vorrei raccontarvi, l’altra sera stavo cenando guardando la TV francese.

Piccola necessaria premessa: anche io come molti di voi da anni avevo abbandonato la televisione, anche quando abitavo in Italia, l’avevo spenta definitivamente e con gioia. Poi, trovandomi all’estero (quando sono partitaper andare a Berlino) nel mio appartamento già ammobiliato un’enorme televisione funzionante mi guardava sorniona. L’ho accesa per migliorare la mia conoscenza della lingua e ho scoperto che possono esistere trasmissioni interessanti, bei film non interrotti dalla pubblicità e trasmessi non solo nei canali a pagamento, reportage sulla storia o letteratura del ‘900…insomma, alla fine più che un esercizio di lingua si è trasformato in un utile piacere. Ora che mi sono trasferita in Francia mi sono procurata la TV anche per voi, per raccontarvi qualcosa dalle pagine di questo scoppiettante blog.

Dicevo: l’altra sera, facendo zappi

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ng, sono capitata sul mio canale preferito, Arte, un canale franco-tedesco dalla programmazione molto interessante, che seguivo con passione anche quando mi trovavo in Germania. Stavano trasmettendo un servizio intitolato Rondes et belles; il tema era la bellezza nelle modelle  in carne e veniva raccontato lo svolgimento di una specie di concorso per diventare modelle professioniste per quelle che vengono chiamate “taglie forti”.

Inizialmente ho temuto il peggio, non amo che l’obesità venga trattata in modo spettacolarizzante detesto la sensazione di essere davanti ad una TV del dolore e della derisione al contempo. In realtà mi sono presto resa conto che nella TV italiana non avevo credo mai assistito ad una rassegna di volti e corpi così diversi dallo standard, così lontani dai ritocchi della chirurgia o di Photoshop, così reali e veri e quello che vedevo mi piaceva, era per me una novità!

Oltre al concorso, e al trattare il tema della moda per taglie forti mostrando alcune stiliste tedesche trasferitesi a Londra e operanti in questo settore, hanno mostrato parti di  un’accurata intervista all’ideatrice della campagna di saponi e bagnoschiuma  Dove in cui si esprimeva proprio il desiderio di mettere in scena donne normali per publicizzare creme adatte rivolte a tutti i tipi di bellezza, anche quella di donne magari non più ragazzine o non r

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ispondenti ai canoni di un mercato che uniforma e appiattisce.
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Alcune di queste foto tra l’altro erano state scattate da un’affermata artista fotografa, Annie Leibovitz, (conosciuta anche per essere stata la compagna della celebre intellettuale Susan Sontag).

A seguire, una volta terminato questo servizio, ne hanno mandato in onda uno interessantissimo dedicato alla compagnia di ballo “Danza Voluminosa” fondata da Juan Miguel Mas nel 1996, la cui prima ballerina pesa 130kg .

Vi assicuro che anche qui non c’era nulla di

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ridicolizzante, anzi. Il tema dell’obesità, preso seriamente in considerazione e raccontato con grande serietà e trasporto in frammenti di interviste ai componenti del corpo di ballo di questa compagnia, è stato trattato in modo tutt’altro che superficiale.

Alcune di queste ballerine hanno infatti raccontato nello specifico la malattia al metabolismo che le affligge e le conseguenti difficoltà fisiche nella vita di tutti giorni, come quelle psicologiche del non sentirsi accettate dalla società e quindi neanche da se stesse. Vi assicuro però che se le osservate danzare non c’è spazio per lasciarsi andare a patetici pietismi: la leggerezza, la poesia, l’emozione che mi ha provocato il guardare alcune loro coreografie non si possono raccontare facilmente. Le ho trovate brave e belle !

Ho quindi avuto la sensazione che dal tubo cato

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dico stesse arrivando a me come agli altri  telespettatori una grande lezione di vita, un esercizio di comprensione e valorizzazione delle differenze, un esercizio di pensiero e di libertà artistica realizzato senza inutili enfasi. Si trattava di mostrare il loro lavoro, la dimensione di eccellenza in cui, superando lo stereotipo, questi artisti hanno trovato la possibilità di emozionarci ritrovando anche se stessi e l’accettazione del proprio corpo talvolta malato, talvolta semplicemente  appena fuori dagli standard che il mercato ci impone.

Mi è però venuta in mente la nostra televisione, e mi sono chiesta se da noi sarebbe mai possibile vedere qualche cosa di simile. Tanta verità, tanta realtà in volti e persone umane, vere, che raccontano con enorme dignità, professionalità e passione le loro esperienze, la loro arte, senza essere ridicolizzati o ridotti a fenomeni da baraccone.

Mi è venuta in mente Pina Bausch, la cito sempre lo so, è uno dei miei miti; ho pensato alla sua compagnia di danzatori che continuano a danzare pur essendo diventati adulti o anziani insieme a lei senza mai smettere di raccontarsi dal palco, ho pensato ai loro corpi così lontani dagli standard e così espressivi, così emozionanti e belli.

Mi è venuta in mente la storia della pittura, dalle Madonne-Mamme paffute di Leonardo  alle carni tormentate delle modelle di Lucien Freud (grande pittore, scomparso pochi giorni fa).

Ho pensato alla bellezza delle donne africane, altissime e corpulente, che popolano il mio quartiere qui dove abito, le cui forme sono accentuate da abiti così variopinti da essere un inno all’energia vitale a prescindere. Quando le vedi ballare sono leggere, veloci e felici, loro si accettano anzi, non si pongono proprio il problema, nessuna auto-tortura psicologica, vestiti di tutte le misure e viva le differenze, altroché da noi!

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Ho pensato (deformazione professionale, sono pur sempre una storica dell’arte!) alle veneri paleolitiche, immagini della bellezza della madre terra, simbolo di femminilità e di vita e in quanto tale piene di materia, di carne e rotondità.  Insomma, perdonatemi se vi annoio, ma volevo soltanto raccontarvi come, a partire da una normale serata televisiva, sono partita per un volo pindarico per me stimolante.

Quando la televisione è ben strutturata, credo davvero possa essere uno strumento di informazione e di apertura di orizzonti, fonte di ragionamento e non di assopimento intellettivo.

Per intrattenere non c’è bisogno di impoverire i contenuti. In Italia ci prendono davvero per scemi, subiamo Tamarreide e il Grande Fratello ma basterebbe guardare canali come questo di Arte per rendersi conto che la Tv non dobbiamo buttarla via, anzi.

Bisogna semplicemente riprendersela, non lo pensate anche voi? Non ce la meriteremmo una TV di qualità?

Vi saluto consigliandovi questo video, colonna sonora ricorrente della trasmissione di Arte di cui vi ho parlato. Si intitola Give me the food, e la cantante ( nazionalità rumeno-tedesca) è Miss Platnum. Buon ascolto!



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