Arriva l’estate, il caldo, il mare, le pubblicità dei costumi da bagno…
In tv è un continuo susseguirsi di modelle bellissime e magrissime che indossano il super costume trendy che tutte le donne devono possedere per essere chic,alla moda e socialmente accettate.
Qualche casa osa un po’ di più e ci propina la modella taglia forte, che già al solo sentire l’espressione taglia forte pensiamo ad una donna decisamente sovrappeso ma invece no… in realtà è una taglia 46.
Ma andiamo con ordine.
Ho avuto modo di visionare diversi spot, in particolare me ne sono rimasti impressi due:
- Golden point :
Di questo spot non si critica il mezzo bensì il come.
Si vede sensualità, civetteria, fondamentalmente si vende apparire.
Le inquadrature del video non mettono in risalto il prodotto bensì i fisici marmorei delle modelle.
Primi piani sui seni e sui sederi perfetti. L’attenzione viene completamente spostata dal prodotto alle modelle le quali sembrano essere state fortemente sessualizzate a causa di queste invadenti inquadrature.
Il destinatario della pubblicità dovrebbe essere un target femminile, ma per come è stato girato il video sembra essere nata per soddisfare uno sguardo maschile e far nascere nelle donne il desiderio di essere belle e perfette.
Un’ottima strategia di marketing dirà qualcuno di voi. Ma a discapito di chi?
Si vanno a creare dei canoni e degli standard di bellezza estremizzati nonché dei bisogni e dei desideri.
Un piccolo pezzo di puzzle in più al fine di creare una sorta di lobotomizzat* consumatore\consumatrice perfett*.
- Le pubblicità del marchio low cost H&M
Reduce da una campagna promozionale che ha visto come testimonial la modella taglia forte (odio definirla così) Tara Lynn, l’H&M ci riprova con Jennie Runk, bellissima modella 24enne.
Tara Lynn
Il problema di questa pubblicità non è rappresentato dalla pubblicità in se bensì da come questa è stata commentata dai vari giornali italiani on-line ovvero tramite una comunicazione sbagliata ed inadeguata.
Jennie Runk
Jennie Runk porta una 46 ed è stata definita in vari modi:
- Giovane top in carne;
- over size;
- plus size;
- la modella con qualche chilo in più;
- una bellezza meno perfetta.
Insomma la taglia 46 non viene vista come una taglia normale ,a detta dei giornali, bensì come una taglia che identifica una donna sovrappeso.
Nascono così delle categorie dove le donne sono collocate in base alla taglia dei loro vestiti e conseguentemente vengono etichettate in un modo o nell’altro: una taglia al di sopra della 40, nella maggior parte dei casi, è sinonimo dell’essere sovrappeso (figuriamoci una 46) , mentre al di sotto della 38 si viene definite come anoressiche.
Ma siamo davvero così sicuri che tutte le 38 siano sinonimo di anoressia? Qualcuno la chiama costituzione corporea, qualche altro spesso parla di metabolismo; i giornali invece parlano di taglie, donne con la 46 con una bellezza meno perfetta, ragazze con la 38 troppo magre e filiformi.
Per quanto alcun* giornalist* sembrano voler sposare la lotta per l’accettazione del proprio fisico con questa comunicazione ambigua rappresentano una specie di boia che insinua messaggi subliminali, andando inoltre, anche a demonizzare tutte quelle donne che portano una 38 a causa del loro metabolismo e non di disturbi alimentari:
“Hai una 46? sei una cicciona imperfetta ma ti vogliamo bene lo stesso, pensa a quelle anoressiche che portano la 38″
Secondo quale statistica la maggior parte delle donne del pianeta indossa una 46?
E le donne che hanno una 38 perché non sono vere? Sono dei cyborg?
Non si è anche belle con una 48,50,38 ecc.. ?
La taglia 46 viene addirittura definita come sinonimo di bellezza meno perfetta.
Chissà come si sentirebbe oggi la Venere di Botticelli ad essere identificata come bellezza meno perfetta.
Lei, la dea della bellezza e dell’amore probabilmente avrebbe dei gravi problemi di autostima ai giorni nostri.
Le donne vere e normali non appartengono ad una categoria ma sono rappresentate da tutte le taglie e da tutti i corpi.
WE ARE ALL WONDERWOMAN!
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