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Un giorno Cuore incontrò l'Ombra. L'Ombra era una sagoma maschile di colore grigio che mai appariva nella sua concretezza se non a Corpo, e ogni tanto a Mente. Quasi mai a Cuore. Per frequentare l'Ombra, Corpo decise - com'era sua abitudine, ché se si metteva in testa qualcosa procedeva a compiere anche atti di restrizione della libertà altrui con estrema naturalezza - a incarcerare Mente e Cuore in due celle distente ma contigue, in una buia e fredda caverna.
Non è che l'Ombra rifiutasse Mente e Cuore, ma si sentiva a disagio in loro compagnia. Per meglio dire, l'appassionava la compagnia di Mente - anche se talvolta lo trovava un po' pesante con tutti quei discorsi sul senso ultimo della vita, della morte, della sofferenza, della follia - mentre lo mandava nel panico il rapporto con Cuore: non che non gli volesse bene (sentiva un profondo e istintivo affetto per il 'fratellino' di Corpo), ma non sapeva proprio come relazionarcisi. Ogni volta cercava di fare qualcosa per farlo stare bene e ogni volta sbagliava, così che Cuore stava male - era un bambino davvero fragile! - e l'Ombra a sua volta si ritraeva con una sensazione di incapacità che provocava un infinito dolore a Corpo.
Così Corpo rinchiuse Mente e Cuore e solo ogni tanto portava il primo con sé e l'Ombra, e ancor più raramente il secondo. Le conversazioni con loro, quando Corpo era lontana dall'Ombra e andava a trovare gli altri due in cella, erano sempre interessanti con Mente - cui poco importava di stare rinchiuso, tanto sapeva che prima o poi sarebbe stato liberato e quindi ne approfittava per leggere e pensare per conto proprio - e molto tristi con Cuore. Ma Cuore non muoveva a Corpo alcuna accusa, neanche quella d'essere stato rinchiuso. Come da modo d'agire abituale dei bambini, anzi, quando Corpo non c'era si rincantucciava in un angolo e si copriva semplicemente gli occhi con entrambe le mani: "se non vedo ciò che accade, non sta accadendo", pensava.
Il giorno che Corpo si accorse di questa strategia di sopravvivenza di Cuore, però, le vibrò qualcosa dentro. Allora aprì la cella, entrò, e chiamò Cuore a sé. Cuore, in quel momento, si trasformà in un piccolo koala - una massa di carne morbida e pelo che si adatta alle forme di chi lo prende in braccio. Corpo ebbe un momento di panico - era letteralmente terrorizzata dal rischio che Cuore, ormai privo di qualsiasi struttura, le potesse scivolare dalle braccia e cadendo a terra potesse morire. Così lo strinse forte in una presa salda, e cominciò a sussurrargli piano all'orecchio "stai tranquillo, amore mio, tra poco sarà tutto finito", mentre Cuore, esausto, si concedeva un pianto a dirotto.
E fu così che Corpo parlò con l'Ombra, gli spiegò che anche Mente e Cuore gli volevano molto bene, ma che doveva prendersi cura di loro - quello era il senso della sua vita: 'tenere insieme i pezzi'. Disse anche all'Ombra che le dispiaceva tantissimo non essere riuscita non solo a tenere insieme i propri pezi ma anche quelli suoi - ovvero quelli dell'Ombra. Perché l'Ombra sarebbe stata una persona magnifica, se fosse riuscita a fare questo. E disse anche che la stimava per la sua purezza d'animo, e per gli infiniti tentativi fatti per prendersi cura anche di Mente e di Cuore, ma che il tutto non stava semplicemente funzionando. Infine le chiese perdono perché si fosse trattato solo di Mente, probabilmente ce l'avrebbe fatta... Ma non c'era bisogno di chiedere perdono, perché l'Ombra stessa aveva una grande sensibilità e capiva che Corpo doveva prendersi cura prima di tutto di quel piccolo fratellino ingenuo e fragile che era Cuore.
Corpo pensò che era grata di tutto all'Ombra - d'essere stata tanto amata pur se con così tanti errori, e in più d'aver imparato anche un nuovo modo di mettere insieme le storie dai propri sogni. Gli augurò ogni bene e se ne andò tenendo per mano da una parte Mente - che come sempre le fece da cavaliere - e dall'altra Cuore, che riprese a salterellarle intorno con domande assurde e anche un po' malinconiche, cui Corpo rispondeva come sempre con infinita dolcezza. Che Cuore è ingenuo, fragile e sensibile, ma non stupido, e aveva visto tutta la dolcezza - pur nella sua inadeguatezza - che c'era anche nell'Ombra...
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