Mobile
TESTATO SU
MOBILE
Genere: Avventura, Survival Horror
Sviluppatore: 5pb
Produttore: XSeed
Distributore: Digitale
Lingua: Inglese
Giocatori: 1
Data di uscita: 12/09/2014
Un vero survival horror, di quelli old school Esperienza poco adatta a smartphone e tablet dal punto di vista tecnico
Character design incredibile Controlli farraginosi
Gioco completo, con tutti i contenuti già visti su PSP Il prezzo
La storia di Corpse Party, iniziata la bellezza di quasi venti anni fa in terra nipponica è davvero interessante e, prima di scoprire se la conversione per dispositivi mobile vale il pesante esborso monetario, vale la pena operare piccolo riassunto delle vicende che l’hanno portato a farsi apprezzare dagli otaku e a travalicare i confini della madrepatria per giungere sino in Occidente grazie a Xseed Games, per il palato di pochi intenditori. Tutto ha inizio nel lontano 1996 quando Makoto Kenduin, un giovane e talentuoso studente, si cimentò con il tool di sviluppo “RPG Maker” cercando di tradurre in stringhe di codice ciò che gli frullava in testa. Il risultato fu proprio Corpse Party, un misto tra survival horror e visual novel originariamente rilasciato per la serie di computer PC-98, molto in voga tra i giapponesi e ben considerato, visto che anche il caro Hideo Kojima, col suo Policenauts si dedicò a quella piattaforma.
Tornando a Makoto, egli sfidò anche la fortuna, partecipando ad un contest organizzato da ASCII, creatori del tool di sviluppo, giungendo secondo con la sua creatura e portandosi a casa la bellezza di 5 milioni di Yen (qualcosa come 40.000 euro). Tanto bastò per consentirgli di diventare uno sviluppatore a tempo pieno e fondare un team tutto suo, il Team GrisGris. Quest’ultimo ha fatto buon uso dell’opera prima del suo fondatore, gestendone le sorti sino ad ora. Infatti, come spesso accade per le produzioni giapponesi, sovente i media si intersecano, grazie a manga e anime (od OAV) che approfondiscono l’universo di gioco e ne ampliano i confini e anche il team dietro Corpse Party non si è lasciato sfuggire tali ghiotte occasioni, ricordando però sempre le proprie radici. Nel 2008 gli sviluppatori decisero di proporre al pubblico un bel revamp generale e rilasciare il risultato di tale “ristrutturazione” innanzitutto su PC e, successivamente, tentando altre vie, come PSP e, da ultima, i device della Mela, nel 2012. Avete letto bene. In Giappone la riduzione mobile oramai ha spento ben due candeline, mentre da noi è ancora da considerarsi come “novità”.
FRATELLINO, PERCHÉ SUCCEDE TUTTO QUESTO?È una notte buia e tempestosa ed un piccolo gruppo di studenti della Kisaragi Academy si è riunito dopo la fine di un festival scolastico in un’aula della scuola, assieme alla propria insegnante, per raccontarsi storie di fantasmi ed altri orrori. Tutti sono grandi amici e l’atmosfera è abbastanza leggera. Visto che per molti di loro quello sarà l’ultimo anno assieme, decidono di intraprendere un rituale occulto che, secondo quanto riportato su Internet, consentirà all’intero gruppo di ricordare per sempre la loro amicizia. Nulla di strano, sembra una promessa innocente, come se ne fanno tante da adolescenti. Ma, mentre si sta per creare questo legame indissolubile, un tanto improvviso quanto misterioso terremoto sconquassa l’intera struttura, sfaldando il gruppo in tante coppie. Una volta ripresisi il giocatore assume il controllo della prima di queste.
Guardandosi attorno frastornati, il posto in cui è finita la coppia sembra la stessa aula, ma allo stesso tempo è tremendamente sbagliata. Banchi polverosi gettati alla rinfusa, ossa sparse sul pavimento, mura scrostate e cadenti, assi e porte divelte e marce stanno a significare una cosa sola: quella di certo non è la loro scuola. I ragazzi se ne rendono conto quasi subito. Essi, dopo aver preso confidenza col luogo, credono di esser finiti nella Heavenly Host Elementary School, la scuola elementare demolita nel 1973 per far posto alla Kisaragi Academy, teatro di molte morti strane e sparizioni tra i ragazzi e gli insegnanti. Come fare per uscire da quella specie di realtà parallela creata da uno squarcio nel tessuto temporale in cui il soggetto delle storie che si raccontavano poco prima esiste ancora e li tiene intrappolati? Come poter sopravvivere all’oscurità senza perdere il senno e ricongiungersi agli altri? Queste sono le domande che faranno da sfondo all’intero corso degli eventi e le risposte, nel bene e nel male non tarderanno ad arrivare, per tutti i ragazzi coinvolti.
La storia di Corpse Party non è lineare; essa si suddivide in diversi capitoli, ognuno dei quali ha protagonisti e finali differenti. Agli sviluppatori va riconosciuto il merito d’aver messo a punto un character design davvero incredibile. Il giocatore si ritrova sin dai primi momenti di gioco a familiarizzare con i personaggi, introdotti gradualmente anche attraverso rapidi flashback e molti dialoghi, davvero ricchi di sfaccettature che ben ne evidenziano il carattere e la personalità. Il team però ha anche calato tali personaggi in un contesto perfetto. Ben presto ci si ritrova a condividere le stesse forti sensazioni provate dai piccoli sprite bidimensionali che vediamo sullo schermo, sussultare per ogni rumore, per ogni scricchiolio del pavimento o per quei dannati angoli bui che possono celare il male più assoluto. Inoltre, se non si sta attenti, la morte può sopraggiungere per qualsiasi sciocchezza, vuoi per un’azione eseguita nel momento sbagliato, vuoi per non esser riusciti a fuggire in tempo da un’oscura presenza lanciata al vostro inseguimento. Le “wrong end” sono molte e Team GrisGris ha dato fondo alla fantasia più macabra per regalarci dei finali alternativi da delirio. Sotto questo punto di vista Corpse Party offre al giocatore, nonostante uno stile minimal, la vera esperienza horror. Il titolo infatti è ansiogeno, angosciante e rimanda ad una costante sensazione di ineluttabilità per il destino di quei poveri sventurati. L’esperienza di gioco e l’atmosfera rimangono dunque pressoché immutate dal capitolo PSP, ma questa volta dobbiamo fare i conti con un device senza controlli fisici e la prova si è rivelata un po’ più ardua del previsto.
UN BRIVIDO SULLA PUNTA DEL DITONonostante una generale reattività del feedback tattile, il sistema di controllo messo a punto dagli sviluppatori non si è rivelato dei migliori, così come la scelta di mantenere pochissimi punti di salvataggio che, oltre a rientrare appieno nella definizione di survival horror, purtroppo non si adatta al mutato contesto portatile. Il sistema di controllo, dicevamo, si basa essenzialmente sulla croce direzionale che consente ai protagonisti di muoversi lungo i quattro punti cardinali. Se ciò non crea particolari problemi con i tasti fisici, altrettanto non può dirsi per il tap sullo schermo che non consente d’avere una cognizione precisa del momento in cui spostare il dito per cambiare direzione. Le fasi d’investigazione invece sono demandate al tap sull’oggetto che si vuole osservare o raccogliere per risolvere i semplici enigmi e rompicapi che il gioco ci propone, mentre con un doppio tap è possibile accedere al menu. Il tutto risulta comunque abbastanza scomodo, soprattutto se giocato su iPad. Altro punto a sfavore sono i save point sparsi in limitatissime quantità lungo l’avventura. La scelta di mantenere questo sistema mal si adatta a dispositivi multitasking da brevi sessioni, che non consentono, come accadeva per PSP, di esser eventualmente tenuti in pausa col gioco avviato. Ora, uscendo dall’applicazione si corre sempre il rischio che questa si riavii in automatico una volta rientrati, facendovi perdere, nel caso non abbiate salvato, tutti i progressi raggiunti.
SPLATTER A 16-BITSul fronte puramente tecnico c’è davvero poco da dire. Corpse Party utilizza una grafica pura e semplice, a 16-bit, invariata rispetto alle precedenti apparizioni del gioco, ma ancora incredibilmente accattivante ed efficace nel creare la giusta atmosfera e un ottimo grado di tensione psicologica. Il comparto grafico, presentandosi in modo cosi semplice ed “ingenuo” sembra infatti stonare in qualche modo con l’orrore e le efferatezze che costantemente ci propone a schermo. L’unica nota negativa riguarda sempre l’iPad. Corpse Party sembra infatti non avere ricevuto un’ottimizzazione adeguata per il tablet della casa di Cupertino e l’applicazione pare essere zoomata a 4X, con relativa perdita di definizione (sempre se di definizione si può parlare, per un gioco rimasto immutato praticamente da oltre un decennio). Al contrario invece gli artwork di personaggi e situazioni realizzati in pieno stile anime sono davvero splendidi, cosi come la terrificante soundtrack e in generale il comparto sonoro, con un buon doppiaggio (inglese e giapponese) e rumori a dir poco angoscianti. Inutile dire che Corpse Party deve assolutamente esser giocato con le cuffie e al buio.
IN CONCLUSIONE
Corpse Party in versione iOS giunge sui dispositivi occidentali ben due anni dopo la controparte giapponese. Questa versione non è altro che la "revisione" già operata qualche anno fa dal team di sviluppo e rilasciata su PSP; ne mantiene inalterati tutti i contenuti, l'atmosfera e l'impatto psicologico, seppur con alcune imperfezioni dal punto di vista dell'ottimizzazione generale. Un sistema di controllo farraginoso e i pochissimi save point rendono difficile poter usufruire facilmente del prodotto su dispositivi "on the go", adatti più a sessioni veloci che non all'esperienza intima e ragionata che il titolo propone. Ad ogni modo la qualità non è in discussione. Lo è il prezzo, decisamente esorbitante, e l'ottimizzazione per i dispositivi più voluminosi, come i tablet. Se non avete mai giocato a Corpse Party dovete assolutamente rimediare recuperando questa versione o, al limite se possedete una PSP o una Vita, acquistarlo dal PSN (risparmiando). Si vuole sottolineare che il criterio di valutazione adottato tiene in considerazione ogni aspetto, operando una media tra l'indiscussa qualità del prodotto e i difetti riscontrati in sede di recensione e riguardanti solo ed esclusivamente l'applicazione mobile. ZVOTO 7