Per una svista del correttore di bozze, che quella sera aveva preso una sbronza, fin dall’inizio del romanzo faceva il lanciatore di fornelli, e non di coltelli.
Ma perbacco, ora che era arrivato alla veneranda età di 50 anni, dopo una cinquantina di autobiografici capitoli, spiegatemi voi come doveva fare a continuare l’usurante attività…
Fu così che per prima cosa, onde tentare di abbandonare il lavoro senza pagare una penale, disdisse la fornitura del gas; ma non fu abbastanza. Un ucraino con l’accento albanese si affacciò alla porta un giorno e gli disse che no, come lanciatore di fornelli non poteva disdettare il gas; eventualmente avrebbe potuto offrirgli un contratto più interessante, ma gli avrebbe portato i moduli la settimana ventura, quando sarebbe stato di passaggio.
Nel suo stesso quartiere, infatti, sempre per una svista del correttore di bozze, che la sera precedente aveva scarrozzato una bionda al pub e aveva altro da pensare, nel suo stesso quartiere viveva un macellARIO, che passava le giornate a rincorrere l’aria con un coltellaccio di 50 centimetri, e che nella foga di riuscire a ricavare un filetto o un controfiletto da una brezza mattutina, il giorno precedente aveva affettato un tubo del gas.
Ecco perché l’Ucraino con accento albanese o forse pakistano, avrebbe dovuto ripassare: per aggiustare un tubo…
Ma per una svista del correttore di bozze, che la settimana successiva avrebbe sbattuto contro un semaforo lampeggiante e avrebbe passato la serata a insultare il rosso, ritenendo a gran voce che si stesse prendendo gioco di lui perché continuava a scomparire proprio mentre gli parlava, per poi riapparire dopo un po’… Per una svista del correttore di bozze, la settimana successiva, qualcuno arrivò dalla centrale di PULIZIA e con un piumino e un po’ di vetril fece brillare la mente del correttore, vi riversò un po’ di sapone di Marsiglia, e dopo un po’ il correttore ripulito si mise a fare l’autore e a scrivere soap opera che sapevano di lavanda e parlavano in francese.