Corrida: una barbarie mascherata da tradizione

Da Amandacastello2010

Alcuni dei manifestanti aggrediti

Sabato 8 ottobre alcuni militanti pacifisti hanno manifestato a Rodilhan (un comune francese di 2.493 abitanti situato nel dipartimento del Gard nella regione della Linguadoca-Rossiglione) invadendo l’arena per impedire lo svolgimento della corrida.
Stava per aver luogo quella che viene definita una Becerrada, una corrida praticata con dei vitelli giovani, corredata con tutto “il meglio” che si esibisce in una corrida, banderillas comprese. Uno spettacolo a dir poco scioccante, inumano, incivile e da condannare con tutte le forze..

I militanti anti corrida pacifisti sono stati violentemente picchiati, presi a pugni, calci, ginocchiate, coperti di sputi e trascinati per i capelli. Una violenza inaudita si è scatenata contro chi si esprime pacificamente per difendere i diritti degli animali. Tutto questo sotto gli occhi divertiti della polizia municipale della città e dei gendarmi che non hanno fatto nulla per proteggere i militanti aggrediti. La Tv Belga ha dedicato un servizio a questa incresciosa vicenda.

Delphine Simon, Segretario del CRAC Europe, e tesoriere del Minotaure films racconta

Quando siamo arrivati vicino all’arena, a piccoli gruppi di due, siamo passati vicino al camion in cui era rinchiuso, inconsapevole, la prossima vittima …

Così ho pensato, “faremo in modo di fermare il massacro” …

E poi siamo tornati verso l’arena. Ho visto la gente intorno a me e mi chiedevo, come possono … è come se fossero venuti a teatro? Ridevano, hanno detto ciao, in attesa … Sapevamo che ci sarebbe stata una sorpresa … … questo ci ha dato la forza …

15:50, il fischio, sventolano le bandiere, ci sono voluti meno di tre minuti per parlare, una dozzina di pazzi ci sono saltati addosso, altri colpivano dal basso, ci hanno strattonato, tirato urlando … Non erano esseri umani quelli che avevamo davanti a noi …. erano psicopatici …

Una volta strappati gli striscioni, si sono calmati un poco, ma non avevano visto che era ora di scendere a combattere … I nostri amici erano incatenati sulla sabbia dell’arena; più di 50 persone gridavano “Abolizione ! Abolizione! “.

Ho cercato di andare a prendere una bandiera, ma un tizio mi ha spinto giù per le scale, mi ha dato un calcio e mi diceva che quello era abbastanza, i suoi occhi parlavano. Ho cercato di salire in tribuna con la mia bandiera …E ‘stato inutile, ho lasciato la mia bandiera, sono sceso e sono saltato in mezzo all’arena per unirmi ai miei amici … i miei amici in combattimento ..

Nessuno mi ha trattenuto così mi sono messo al centro del cerchio con loro a gridare “Abolizione! Abolizione! La tortura non è la nostra cultura! “

Da dove mi trovavo, potevo vedere i volti distorti dall’odio di coloro che ci hanno stracciato le vesti, hanno colpito gli attivisti con un potente getto d’acqua chi era tranquillamente incatenato, indifeso …

Come capire la violenza che è esplosa dalla gente sugli spalti, la gente che ha chiesto la nostra morte abbassando il pollice a terra?

Come sentire queste persone della stessa specie? Come trattarli da esseri umani?

Ma non importa, noi non pensavamo che a voi che stavate aspettando, senza saperlo, le vostre ultime ore nel camion dietro l’arena … Per voi … Dovevamo resistere… Se avessimo preso abbastanza tempo, avrebbero annullato la corrida …

Hanno urlato, colpito, strappato, hanno dato pugni, calci, sono riusciti a trascinarci fuori dell’arena, uno per uno, perché per loro, ciò che contava, non era quello che stavamo facendo, o il perché lo avevamo fatto, ma lo “spettacolo” che doveva iniziare ….

Dopo aver finito il loro sporco lavoro, le porte si sono chiuse definitivamente …

La fine della speranza, la fine della nostra speranza di salvarvi, ahimè …

Dopo aver ripreso i sensi, non sapendo esattamente cosa fare, ho camminato verso il camion, ci ho appoggiato sopra la mano, ho chiuso gli occhi e ho mandato un pensiero per chiedere scusa … di avere fallito, ma eravamo lì.

Noi ci saremo ogni volta … non lasceremo perdere in Francia e in tutto il mondo, non possiamo torturare gli animali solo per divertimento …

Quindi non so se hai sentito, se hai sentito la nostra presenza, so solo che questa mattina, quando mi sono svegliato, come molti dei presenti, avevo dolore al braccio, mal di testa, ma il peggio è stato svegliarsi in un mondo … un po’ meno bella senza di te.

Così ho cercato il tuo nome di vitello sul sito internet e ho voluto dedicarti il nostro lavoro, ma non siete neppure menzionati, senza nome ….
Solo “6 toritos di Dos Hermanas,” proprietà “di Patrick Laugier, è tutto quello che si sa di te e tu sei morto per mano di un apprendista torturatore…

Prima di partire, abbiamo aspettato il finale .. Alcuni di noi sono rimasti a filmare o a scattare fotografie … Alcuni non riuscivano a trattenere le lacrime …

Grazie a tutti coloro che hanno partecipato all’8 ottobre per denunciare la barbarie … e a tutti coloro che non erano presenti, ma che lottano ogni giorno per fermare il massacro …A voi, sei vitelli senza nome, il vostro calvario è finito, quando le corride saranno abolite, vi manderemo un pensiero … a voi che siete caduti per mano di apprendisti torturatori …

E per ora, in nome della razza umana … scusateci …

Un segnale positivo era appena arrivato dalla Spagna. In Catalunia le corride sono state abolite.
Eppure l’inciviltà si perpetua all’infinito e non bisogna andare all’estero per trovare tradizioni che spesso mascherano comportamenti umani inaccettabili: la corsa dei buoi vicino a Foggia, il famoso Palio di Siena ( e molti altri meno conosciuti), e così via… Sagre paesane e religiose che hanno come malcapitati protagonisti mucche, vitelli, oche, asini, cavalli serpenti e rane…

La domanda è d’obbligo, ma lo è altrettanto la risposta: è necessario? NO! Mille volte NO!
Certe cose non hanno ragione di esistere nemmeno se fanno parte di una tradizione. Le tradizioni hanno connotazione positiva, sono memorie che si tramandano ed insegnano a non perdere le proprie radici.
Ma se ciò che vogliamo tramandare sarà violenza e un comportamento irrispettoso non potremo che ottenere lo stesso nella civiltà in cui viviamo. La violenza genera violenza, sempre e comunque.

Vogliamo vivere in un mondo così?

Diciamo basta! Agiamo!

Vedi le petizioni on line.

Ciò che distingue il genere umano dal regno animale è che in quest’ultimo è sconosciuta la malvagità fine a sé stessa.
Alessandro Morandotti, Minime, 1979/80


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :