I negozianti milanesi che affidano
ai writer le loro saracinesche
«Meglio un dipinto degli scarabocchi»
Le saracinesche affidate ai writer
Milano è la città che ha messo in mostra la street art (al Pac, era il 2007), che vive di comitati antigraffiti e processa le crew (i gruppi di writer) per associazione a delinquere. Difficile orientarsi. Chi sono i buoni e chi i cattivi? Gli imbrattatori? I talenti? Nella squadretta di «Cler» ci sono artisti noti e allievi che cresceranno. Ivan (Tresoldi), 32 anni, ha appena festeggiato dieci anni di assalti poetici (con una sola denuncia per danni): «Il mio ambito d'intervento è unico. Il conflitto sui temi e sulle pratiche. Legalmente, o illegalmente, non mi nascondo: ci metto la faccia. Sono un brigante? Ci sono i miei versi nelle nuove Smemoranda e l'altra sera ho lasciato scaglie di rime a San Siro, ho collaborato con la pediatria del Fatebenefratelli, i partigiani, i rom, i carcerati».
Pao, alias Paolo Bordino, si fece notare con i pinguini sui paracarri. Sono passati anni. Ora lui ne ha 35, moglie e due figli, l'arte non è più svago, ma professione: «Ho meno tempo per le scorribande notturne - sorride - ma la filosofia è la stessa. Il bello prescinde dai permessi. Ma il dialogo con le istituzioni può aprire nuovi spazi e aggiungere valore estetico, sociale e politico all'arte pubblica». Daniele Bros Nicolosi è un altro big del movimento: «Chi è partito da lontano oggi è più pittore che writer. La ricerca di qualità ha un po' vanificato la freschezza dell'opera».
La scena indipendente, talebana e ribelle, si manifesta ancora sui muri e nelle gallerie del metrò. Critica, e più spesso cancella, i pezzi dei writer «venduti» al mercato. Oppure cambia registro. Fra.Biancoshock si nasconde sotto un cappuccio e propone installazioni, performance e provocazioni: «La città è il luogo dove ognuno di noi ha il diritto, e a volte il dovere, di lasciare un contributo per migliorarla». Gli irriducibili si riconosceranno in questa massima del bretone Clet Abraham, 46 anni, «italiano» dal 1990, l'artista che trasforma i cartelli stradali con gli adesivi: «Voglio dimostrare la relatività dell'autorità, non siamo qui per obbedire, abbiamo capacità di giudizio, il minimo sarebbe poterla sfruttare». Abraham è sotto processo a Pistoia.
Armando Stella