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Corruzione e abusi in Sarawak, un rapporto sui magnati del legname

Creato il 21 marzo 2011 da Salvaleforeste

Lunedì 21 Marzo 2011 09:40

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Corruzione e abusi in Sarawak, un rapporto sui magnati del legname
Un nuovo rapporto pubblicato dal Bruno Manser Fund mette in luce la corruzione e gli abusi del settore del legno in Sarawak, i suoi stretti legami con il governo Taib e il suo ruolo di primo piano nella distruzione delle foreste del pianeta. Il rapporto analizza complessa struttura l'industria del legno del Sarawak e i suoi stretti legami al premier dello stato malese del Borneo, Abdul Taib Mahmud ("Taib"), al governo ininterrottamente dal 1981.


Development of global timber tycoons in Sarawak, East Malaysia - History and company profiles (I magnati globali del legno in Sarawak, Malesia orientale - Storia e profili aziendale" esamina l'industria del legno tropicale in Sarawak nel corso degli ultimi tre decenni, e conferma il ruolo leader nell'abbattimento delle foreste del pianeta, ed in particolare delle foreste pluviali nel Sud Est Asiatico.
Grazie ai lauti profitti accumulati distruggendo le foreste, i gruppi del legname da Sarawak come Samling, Rimbunan Hijau, WTK, KTS, Shin Yang e Ta Ann, hanno potuto allargare le proprie operazioni in tutto il mondo, espandendosi dal Sud Est Asiatico, ad Australia, Africa, Centro e Sud America, Russia e Pacifico. "Ma la diversificazione e l'internazionalizzazione vanno di pari passo con la sistematica violazione dei diritti umani, col clientelismo e con la distruzione dell'ambiente, sia nel loro paese d'origine che in altri continenti", spiega il rapporto.
"Nell'assegnare concessioni forestali, e in temi delicati come i diritti indigeni alle terre ancestrali, lo stato del Sarawak mostra una grave mancanza di trasparenza legittimità", spiegano gli l'autori. Lo studio individua "la particolare situazione politico-economica in Sarawak", come il principale motore dell'alto tasso di deforestazione della regione. Il primo ministro Abdul Taib Mahmud (che è anche Ministro della Pianificazione e Gestione delle Risorse) "ha il controllo assoluto sopra la ripartizione delle concessioni di taglio, che vengono assegnate a sè stesso e ai suoi alleati, amici e familiari. Non sorprende che il diritto alla terra delle comunità indigene sia stato sistematicamente violato."
La Sarawak Timber Industry Development Corporation (CIDST), organo ufficiale incaricato del controllo del settore forestale, e guidato dalle élite politica, è indicato dal rapporto come il settimo gruppo forestale del Sarawak,. "Le funzioni di controllo indipendente di CIDST (come la lotta al taglio illegale e il controllo dell'importazione e dell'esportazione), può essere molto dubbio a causa del conflitto di interessi (concessioni forestali, di taglio e attività produttive)."
Il rapporto indica le sei principali compagnie del legno del Sarawak in base alle dimensioni delle concessioni controllate. La Samling (con oltre 1,3 milioni di ettari) e la Rimbunan Hijau (con oltre 1 milione di ettari) sono al primo posto, seguite dal gruppo WTK (con 850.000 ettari) e il gruppo Ta Ann (con oltre 557.000 ettari). Altri due principali attori, sono il gruppo KTS e il gruppo Shin Yang, ma l'ampiezza delle concessioni controllate non può essere indicata a causa della scarsa trasparenza degli organi di controllo. Tutti questi gruppi, oltre a produrre legname, controllano anche tenere principali piantagioni di palma da olio. Almeno quattro tra i magnati del legname, figurano tra le prime trenta persone più ricche della Malesia: Tiong Hiew, della Rimbunan Hijau, Yaw Teck Seng e Yaw Chee Ming del Samling del Gruppo, oltre al presidente della Ta Ann, Abdul Hamed Sepawi, che si scopre essere il cugino del premier del Sarawak Abndul Taib Mahmud.
Samling
Uno sguardo ravvicinato sulle singole imprese dimostra che il gruppo Samling, recentemente incluso nella lista nera dal governo norvegese, ha una lunga storia di deforestazione illegale e gravi impatti ambientali in Cambogia, Guyana, Papua Nuova Guinea, Isole Salomone e Sarawak. La Samling è controllata dalla famiglia malese Yaw. Tra gli azionisti di rilievo del gruppo, figura Ahmad Bin Su'it, che è il guaritore spirituale ("bomoh") del primo ministro Abdul Taib Mahmud, così come Hamed Sepawi, cugino di primo grado Taib e presidente del gruppo 'concorrente' Ta Ann.
Rimbunan Hijau
Il gruppo Rimbunan Hijau è stato più volte denunciato per la deforestazione e le violazioni dei diritti umani e dei diritti dei popoli indigeni in Malesia (Sarawak), Papua Nuova Guinea e perfino in Russia. Il suo proprietario, Tiong Hiew King, e i suoi familiari hanno diversificato el proprie attività dal settore del legname ai media, alle banche ai trasporti internazionali. Tiong controlla quattro giornali cinesi in Malesia con una diffusione complessiva di circa 2,6 milioni di lettori, ma anche giornali in Cambogia, Papua Nuova Guinea, Hong Kong, Canada e Stati Uniti. Del consiglio di amministrazione della Rimbunan Hijau di amministrazione fanno parte l'ex capo di stato maggiore dell'esercito malese, Abdul Rahman Bin Abdul Ahmid, e l'ex capo della polizia del Sarawak, Talib Bin Haji Jamal.
WTK
Il gruppo di WTK, che è controllato dai fratelli Wong, ed è coinvolto in operazioni forestali su larga scala in Malaysia, Papua Nuova Guinea e Indonesia. In passato è stato attivo in Africa Centrale e in,  Brasile dove è stato accusato di aver abbattuto illegalmente nelle terre degli indigeni amazzonicia.La  WTK ha assunto una posizione cruciale nel settore dell'olio di palma del Sarawak e si è diversificata in settori come il commercio, la produzione e l'industria alimentare. Uno dei suoi direttori, Abdul Manap bin Ibrahim, è l'ex vice capo di stato maggiore dell'esercito del malese.
Ta Ann
Il gruppo Ta Ann è controllato da Hamed Sepawi, cugino del premier del Sarawak Taib Mahmud, e Wahab Bin Haji Dolah, un esponente del parlamento malese che rappresenta il partito di Taib  (PBB) nella capitale malese Kuala Lumpur. Oltre alle operazioni forestali e alle piantagioni in Sarawak, la Ta Ann è coinvolta nel controverso abbattimento delle millenarie foreste pluviali temperate della Tasmania, in Australia.
KTS
La famiglia Lau controlla il gruppo KTS, forte di concessioni forestali e piantagioni, ma con investimenti di rilievo anche nel settore dei media, in cui controlla il 'Post Borneo', principale quotidiano di lingua inglese Sarawak che non a caso pratica una attiva disinformazione circa i conflitti causati dall'industria del legno. Abdillah Hamid bin Wan, l'ex direttore generale del Sarawak Timber Industry Development Corporation, detiene il 20% delle azioni della KTS.
Shin Yang
Il gruppo Shin Yang è gestito e di controllato della famiglia Ling, ma il 26% delle sue azioni è controllato dalla  Pelita Holdings, un organo ufficiale controllato dal premier del Sarawak, Abdul Taib Mahmud. Del suo consiglio di amministrazione fa parte Gerald Rentap Jabu, figlio del vice-premier del Sarawak. Alfred Jabu. Il gruppo Shin Yang è fortemente coinvolto nella produzione di legname e ha attuato un'aggressiva penetrazione del settore dell'olio di palma. Il gruppo detiene il 30% delle azioni della Sarawak Oil Palms (SOP). Nel 2009, la Shin Yang è stata  criticata dalla Commissione malese per i diritti umani SUHAKAM la violazione dei diritti delle comunità indigene del Sarawak.
Il rapporto conclude che il modello di sviluppo basato su clientelismo, ha causato gravi distruzioni ambientali e una distribuzione ineguale della ricchezza e delle opportunità economiche. "Ancora oggi, un sistema politico clientelare alimenta la distruzione della foresta pluviale in Sarawak, mentre i gruppi indigeni come i Penan sono ancora in lotta per nulla di più del loro legittimo diritto alla loro terra. Decenni di sviluppo dell'industria del legno ha prodotto una generazione di magnati del legno, che ha esteso il proprio controllo a settori come l'olio di palma, le costruzioni, i trasporti, il commercio, il turismo e mezzi di comunicazione."
Il Sarawak è uno degli stati più ricchi di risorse della Malesia. Il solo settore del legno frutta miliardi di dollari l'anno, e altrettanto fruttano il settore petrolifero e dell'olio di palma. "Ma il governo e le élite politiche hanno ignorato i diritti dei gruppi indigeni, mentre i ricavi del settore del legno e dell'olio di palma non hanno portato alcun vantaggio alla popolazione".

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