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Corsa al mare

Da Ata
Domenica pomeriggio.
Ata è nella sua camera, sul letto.
Sfoglia una rivista.
Ha il broncio.
In cucina ci sono suo padre e i suoi fratelli, tutti allegri, con la pancia piena a guardare la partita.
E lei no!
Lei no nel senso che che non ha la pancia piena e non si sente per niente allegra.
Din don!
"Ataaa!" Un coro di là.
Chi sarà ora? Non ha proprio voglia di vedere nessuno.
Raggiunge svogliatamente la cucina.
"Filippo!" Esclama sorpresa.
"Ciao!" La saluta l'amico sorridendo.
"Come mai qui?" Domanda.
"Be', è una bella giornata e ho pensato di andare a vedere il mare, ma non mi andava di andare da solo.Ti va di venire con me?" Propone lui.
"E Nausica dove l'hai lasciata?"
"A quel paese". Dice l'amico facendo spallucce.
"Ok. - risponde lei senza mostrare molto entusiasmo. - Aspetta che vado a prendere la borsa".
Corre in camera sua sorridendo.
Meglio così, quella Nausica le era proprio antipatica.
"Allora, che si dice?" Le chiede Filippo una volta in macchina.
"Niente. - dice Ata. - Sono un po' nervosa, avrei voluto mangiare chissà cosa e invece..."
"E invece sono arrivato io". Conclude lui.
"Per fortuna! - esclama lei. - Non sai, ci sono momenti in cui mi vengono in mente i piatti più gustosi: lasagne, ripieni, dolci... una tortura!"
Filippo ride.
"Dai, in fondo, è per una buona causa". Cerca di consolarla lui.
"Lo so, ma a volte è proprio difficile". Dice lei guardando rapita il panorama dal finestrino.
"Eccolo lì".
"Cosa?"
"Il tuo sorrisino ebete. Ti spunta sempre quando vedi il mare".
"Ma ebete sarai tu! - risponde Ata scherzando. -  Io sono solo stracontenta di essere qui".
"Con me?" Chiede lui malizioso.
"Ma va là!"
Filippo ride mentre cerca il parcheggio.
Posa la macchina, comprano una bibita e una bottiglina d'acqua e cercano una panchina vista mare.
"Sai, - dice Ata sorseggiando l'acqua, - è tornata Liz".
"Liz!" Esclama l'amico allegro.
"E poi davi dell'ebete a me! - osserva lei. - Ti dovresti guardare ora".
"Perchè?"
"Lascia stare. Tanto voi uomini siete tutti uguali".
Ata fa un sospiro, poi domanda a bruciapelo: "Secondo te ho i coscioni?"
"Cosa?" A Filippo va la bibita di traverso.
"Sinceramente". Lo esorta lei.
Filippo tossisce imbarazzato.
Non sa come uscirne.
"Be'... ecco... ma che razza di domanda è?"
"Me l'ha detto la tua cara Liz". Dice Ata.
Filippo scuote la testa.
"Certo che anche voi donne siete tutte uguali. Sempre a punzecchiarvi".
Ata abbassa la testa.
"Senti, - propone lui, - ma tu hai capito dove siamo adesso? Non pensare alle cattiverie che ti dice la gente e goditi questa vista mozzafiato".
Lei lo guarda.
"Hai ragione". Ammette.
Volge lo sguardo verso il mare.
Una leggera brezzolina le scompiglia i capelli e un profumo di sale e di limoni le inebria i sensi.  

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