Corsa al Quirinale, record per La7 con la maratona di Mentana

Creato il 22 aprile 2013 da Iltelevisionario

“In un momento cruciale della vita del Paese La7 ha offerto, confermando la sua vocazione editoriale, uno straordinario servizio di informazione e di analisi della realtà grazie, in particolare, all’impegno eccezionale del direttore Mentana, della testata giornalistica, della produzione e dei tecnici. I risultati di ascolto raggiunti premiano tutta la squadra di La7″. Così l’amministratore delegato di La7 Marco Ghigliani. Infatti La7 ha trasmesso una maratona di trenta ore in tre giorni per seguire in diretta tutte le fasi che hanno portato alla rielezione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Le edizioni speciali del Tg La7 del 18-19 e 20 aprile, condotte da Enrico Mentana, hanno ottenuto nel complesso uno share di quasi 9% (8.9%), con un trend crescente dal 7.4% della prima giornata del 18 aprile al record della giornata conclusiva di sabato del 10.5%, con un ascolto medio, dalle 9:55 alle 19:55, superiore all’1,1 milioni di telespettatori. Nell’arco delle trenta ore dedicate, La7 è risultata la quarta rete più vista (con l’8.91%), preceduta da Rai1, Canale 5 e di un soffio (8.94%) da Rai3. Dati “inequivocabili che confermano la giusta intuizione di dedicarsi pienamente al racconto politico durante queste giornate decisive per il paese” si legge in una nota della rete. Nell’insieme delle tre giornate, lo Speciale Tg La7 – Elezioni presidenziali ha ottenuto uno share superiore al 10% per oltre un terzo della sua messa in onda, confermando una compattezza molto significativa, con picchi del 16.5% alle 10:48 del 19 aprile, mentre il massimo ascolto è stato raggiunto sabato alle 18:18 con più di 2.3 milioni di telespettatori. Infine le dirette streaming hanno ottenuto sul sito La7.it una media di 23.250 browser unici e complessivamente 140 mila pagine viste. (fonte ANSA)

Il giornalista Filippo Sensi su Europa Quotidiano scrive che l’unico vincitore di questa tornata quirinalizia è stato proprio Mentana. Ubiquo, infaticabile, un maratoneta che corre come Bolt:

La domanda è una sola: ma come fa? Come può resistere per ore e ore in diretta tv, non perdendo mai un colpo, roteando di collegamento in collegamento, con la proverbiale velocità che gli valse il soprannome di Mitraglietta? Mentre montano e smontano candidati per il Quirinale, l’unico vincitore di questa interminabile tornata elettorale è, senza dubbio alcuno, Enrico Mentana. Attacca presto la mattina, prima che cominci la chiama, e già triangola con i suoi inviati, anche loro ubiqui, diuturni, h24 come Alessandra Sardoni, la vedi all’alba a Omnibus, la ritrovi a notte fonda a spiegare, a intervistare, in collegamento. Come David Guetta, Mentana interviene e lancia la pubblicità, fa domande e freddure, intervista e aggiorna in tempo reale i suoi ospiti, come se la politica fosse la quinta, lo sfondo verdolino di un one-man-band-show. Finita la diretta, passa al telegiornale, neanche il tempo di una reclame ed è già lì, tonico, incalzante, un filo compiaciuto, come a dire solo io sono capace di una simile tenuta e resistenza, solo io sono in grado di mantenere lucidità, freddezza e witz sotto questa pressione pazzesca. Lontani anni luce i conduttori da talk show settimanale, liturgie studiate, one-off e se ne riparla tra sette giorni. Lui no. Chicco è panato nello studio televisivo, un Highlander ironizza la Rete, un incrocio tra un maratoneta e Usain Bolt, il comandante di Apocalypse Now che adora l’odore del napalm del voto quirinalizio, delle elezioni, addirittura del funerale della Thatcher che ha usato l’altra mattina come una specie di prova generale, una moka fatta a vuoto prima della battaglia vera. Finiscono le dirette, ma lui insiste: spunta in studio anche da Lerner, a notte fonda, pronto al prossimo speciale la mattina seguente, La 7 come un reality, Cairo è avvertito, liberate il soldato Mentana.


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