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Corsari Barbareschi e attività diplomatica

Creato il 23 settembre 2010 da Cultura Salentina

di Vincenzo Scarpello

La fisionomia di veri e propri stati assunta dalle reggenze barbaresche ebbe un rilevante riflesso anche a livello diplomatico. Pur costituendo, nella prima fase della loro storia, stati vassalli dell’Impero Ottomano, ciò non escluse un certo margine di autonomia nel rapportarsi con gli stati con i quali essi vennero a scontrarsi.

Senza addentrarci nella pur presente diplomazia sotterranea, fatta di patti non scritti di non aggressione, di contrasti dissimulati, e di sgarri restituiti, basterà rilevare come la diplomazia barbaresca potè godere di un progressivo margine di movimento da parte del Sultano sin dal momento della fondazione degli stati, margine che andò progressivamente allargandosi, fino a quando nel XVII secolo non si affermò una vera e propria indipendenza formale degli stati barbareschi dalla Porta.

Il XVII ed il XVIII secolo furono infatti gli anni in cui le diplomazie europee facevano e disfacevano trattati con le diverse reggenze, costruendo un intricatissimo sistema di accordi diplomatici che reggeva generalmente per poco tempo.

Le prove di forza delle potenze occidentali, attuate tramite il cannoneggiamento delle coste (quindi la distruzione di arsenali, cantieri e navi), era lo strumento col quale le potenze europee giocavano, per convincere le reggenze a preferire un’alleanza anziché un’altra.

La breve durata delle tregue sarà proprio l’elemento scatenante della fine dei regni dei barbareschi, intervenendo gli stati europei direttamente a debellare la piaga corsara, non per fini di “giustizia internazionale”, ma perché il conflitto per il predominio europeo si era geostrategicamente riportato tanto in ambito continentale, quanto oltreoceano.

A questo si aggiunga l’indebolimento progressivo che la Spagna andava subendo (ed il mutamento degli equilibri strategici in Italia di riflesso) e la lenta ed inesorabile decadenza della Repubblica di Venezia.

Nel corso del XVII secolo si potè assistere anche al deterioramento dei rapporti diplomatici tra reggenze barbaresche e Francia, tradizionale alleata nel corso del precedente secolo dell’Impero Ottomano, a dimostrazione del fatto che l’autonomia delle reggenze dal potere centrale di Istanbul si rifletteva anche a livello di politica estera, culminata a livello istituzionale con l’invio nel 1690 a Versailles di rappresentati diplomatici della reggenza di Algeri.


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