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Corsi e ricorsi della crisi

Creato il 22 marzo 2012 da Chemako @chemako71
Corsi e ricorsi della crisiSi sa che in tempi di crisi i governi approvano misure severe, se non drastiche, per cercare di far fronte all'emergenza, per uscirne al più presto, chiedendo dei sacrifici ai cittadini. Si sa anche però che i governi ne approfittano e, fra le misure spacciate per necessarie, infilano delle riforme (o sarebbe meglio definirle delle regressioni dei diritti) che in tempi normali difficilmente si potrebbero far passare. E' il caso di Mario Monti e della riforma del mercato del lavoro di cui tanto si parla in questi giorni. Ormai abbiamo capito come il super-tecnico banchiere, voluto dall'Europa e da Napolitano, e la sua commovente ministra Elsa Fornero abbiano intenzione di demolire l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Perché di demolizione si tratta. Stabilire che, in caso di licenziamento per motivi economici, il giudice, una volta accertata l'infondatezza della ragione economica, non possa reintegrare nel posto di lavoro colui che vi è stato allontanato, prefigura scenari facilmente intuibili. Molte aziende potrebbero approfittare di questa norma accampando false motivazioni economiche per licenziare delle persone (sì, i lavoratori sono delle persone..) sapendo che alla peggio dovranno loro solo un indennizzo monetario, e non certo più il posto di lavoro.
Ma Mario Monti è solo l'ultimo di una lunga scuola di premier che si sono comportati in questo modo. Mi viene in mente Edouard Daladier, per ben tre volte primo ministro francese negli Anni Trenta. Allora la crisi era ben peggiore e di tutt'altra natura rispetto a oggi. C'era un certo Adolf Hitler che faceva venire i sudori freddi a tutte le cancellerie europee. Il nostro Daladier, tuttavia, prese a pretesto la grave crisi politica del 1938 per ripristinare la settimana lavorativa di 48 ore. Affermò che non si poteva oziare lavorando solo 40 ore settimanali mentre le acciaierie di Hitler giravano al massimo per rendere sempre più potente la macchina bellica teutonica. Si doveva farvi fronte spremendo le energie fisiche nelle fonderie francesi per costruire un numero esorbitante di moderni cannoni. Con i risultati che tutti poi videro nel 1940....

Corsi e ricorsi della crisi

Daladier e Blum nel 1936

In ogni caso, et voilà: il gioco è fatto! C'è la crisi e io, primo ministro, ti schiaffo una riforma che, guarda caso, anche qui decreta una regressione dei diritti dei lavoratori. Di regressione si tratta perché il governo precedente, quello del celebre Fronte Popolare diretto da Leon Blum, aveva appena portato la settimana lavorativa da 48 a 40 ore.... Da un governo di destra come quello di Daladier ti aspetti comunque una misura del genere. Certo! A meno che.... quel Daladier lì non avesse appena cambiato casacca. E sì. Se si va a sfogliare la composizione del governo di Leon Blum (di sinistra) si trova un certo Edouard Daladier come vicepresidente del consiglio e ministro della Difesa. Voltagabbana? Trasformista? Fate voi.
E qui mi sovviene un'ulteriore similitudine con l'oggi. Fra i sostenitori del governo Monti (perfetto liberista di destra) non c'è forse quel Partito Democratico (di sinistra??) erede di quel Partito Comunista Italiano che fu uno dei maggiori sostenitori dello Statuto dei Lavoratori (articolo 18 compreso)? Bersani, Veltroni e D'Alema se ne son dimenticati? O la loro cultura politica formatasi lungo gli Anni Settanta, come dice Nanni Moretti, a guardare Happy days ha qualche grave lacuna? Vedremo come si comporteranno in Parlamento...

Corsi e ricorsi della crisi

Chamberlain, Daladier, Hitler, Mussolini e Ciano a Monaco nel 1938

Tornando a quel simpatico di Daladier gli "aneddoti" che lo riguardano non finiscono qui (ma per fortuna le similitudini col presente sì). Lui e il suo omologo inglese Neville Chamberlain si resero infatti protagonisti di uno dei più vergognosi tradimenti che la storia recente ricordi. Provate a pronunciare i loro nomi di fronte ad un cittadino ceco o ad uno slovacco dotati di un minimo di memoria storica e vedrete sicuramente il loro volto rabbuiarsi. Minima reazione d'altronde, se paragonata all'affronto che i due uomini di stato recarono durante gli accordi di Monaco del 1938 all'allora stato cecoslovacco. In soldoni, da garanti dell'integrità territoriale della repubblica slava, Francia ed Inghilterra divennero responsabili del suo smembramento, in favore delle brame di conquista hitleriane. Prima i Sudeti e poi il Protettorato di Boemia e Moravia e lo stato satellite slovacco furono i territori di cui la Germania nazista si impossessò soltanto mostrando i muscoli alla timorosa coppia Daladier-Chamberlain. E pensare che l'inglese, una volta tornato in patria, si vantò pure della sua stolta e ignominiosa impresa. Winston Churchill fu, al solito, quello che fotografò al meglio la situazione presente e futura in un celebre discorso alla Camera dei Comuni, nel quale affermò la sua lapidaria sentenza:
"Potevate scegliere fra il disonore e la guerra. Avete scelto il disonore e avrete la guerra"

Speriamo che Bersani non scelga il disonore....

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