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Dipinti in bianco e nero, (utilizzando matite e Faber Castell), alternanza di luci ed ombre. "Credo che lasciando le illustrazioni in bianco e nero, posso dare maggiore libertà all'osservatore per interpretare il tema trattato nell'illustrazione" dichiara l'artista. E proprio sui temi vorrei soffermarmi maggiormente: intrecci narrativi dove i personaggi sembrano uscire da una favola moderna o da un'antica leggenda risalente alla nostra infanzia, di quelle che ci raccontavano le mamme prima di addormentarci.
Eppure, osservando con attenzione, Davide Failla rielabora personalizzando gli intrecci narrativi che prendono spunto dalle favole moderne e non. Infatti, come ha dichiarato l'artista, le illustrazioni "partono dal fanciullesco e culminano nelle più intricate e criptate teorie di psicologia e sociologia": la figura di Pinocchio, nelle illustrazioni di Davide Failla diventa la protagonista di "Pinocchio tra i bugiardi", il pagliaccio sarà il protagonista di "The reality", i folletti troveranno spazio in "Beffardelli".
Disegni da sempre o c'è stato un momento preciso che ti ha portato a produrre queste opere?
Disegno da sempre, sin dall'asilo. Alle elementari suscitavo la meraviglia dei compagni perchè riuscivo a disegnare molto bene i personaggi di Dragon Ball e altri manga. Sempre alle elementari ho illustrato un libricino che conteneva poesie e pensieri della mia classe. Alle medie il disegno si è evoluto e da un paio d'anni gioco con i contrasti, le sfumature e le ombre.
In un Paese che lascia poco spazio ai giovani dove la cultura spesso non viene premiata, quali progetti hai per il futuro?
I miei progetti riguardano intanto la ricerca di una stabilità economica, non importa con quale lavoro e nel contempo continuare a disegnare, a creare. Poi, se riesco a fare dell'illustrazione il mio lavoro sarò molto più contento e soddisfatto.
Accetteresti dei lavori su commissione?
Dipende. Se capisco che si tratta di qualcosa che mi rappresenta, accetto. Se però già dall'inizio sento che non è roba mia, lascio perdere. Certo sarebbe interessante sperimentare in ambiti metaforici differenti, tuttavia la sperimentazione è un rapporto intimo, dove l'unico censore del processo sperimentativo sono io stesso. Non sono sicuro di riuscire a sperimentare con chi richiede una determinata e precisa cosa, in quanto potrei anche non riuscire a realizzarla, come vuole il mandante dell'opera.
Quali sono i tuoi illustratori e i tuoi generi artistici preferiti?
Amo molto l'arte di Vincent Hui, la trovo vicina al mio mondo, creativo e non. Comunque, da sempre, mi affascinano Vincent V.Gogh, Salvador Dalì, per certi versi Magritte e anche Bacon, Ensor e Munch. Ognuno per un motiv. Di V.Gogh apprezzo il soggettivare la sua realtà, attraverso quella che fu definita "grafia pittorica", alludendo al suo modus operandi. Di Dalì la psiche e le sue esternazioni, direzionate dall'arte, che secondo me solo nel maestro spagnolo si possono cogliere. Magritte per le allusioni alla persona e ai contesti entro i quali questa si determina. Bacon per la vita che ha condotto e che poi ha riportato nelle opere. Ensor per il suo esternare sociale che è chiarissimo, almeno a parere mio, nelle sue opere e poi Munch un po' per la vita, un po' per la portata delle emozioni che vengono suggerite e servite accostandosi a qualsiasi sua opera, da L'urlo a tutte le altre.
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