Da quando ho assemblato la mia MTB da viaggio, girovagare per Capo Corso in bikepacking è diventata la prima "scimmia" con cui fare i conti. Documentandomi in rete, ho trovato traccia perlopiù di tour lungo la strada costiera di Capo Corso e comunque per strade asfaltate. È nata quindi una sorta di sfida per andare ad esplorare la parte più selvaggia di Capo Corso e verificare personalmente la fattibilità degli sterrati della zona. Con l'aiuto delle carte topografiche dell'IGN francese (n. 4347 e 4348) e del Gps ho tracciato una sorta di itinerario da seguire, rendendomi indipendente quanto più possibile da alloggi e ristoranti. Nelle apposite sacche, già usate in occasione del Trail dei Monti Pisani, ho stivato tenda, sacco a pelo, fornellino e alimenti liofilizzati o in scatola.
Durante il viaggio di andata vengo travolto dal solito vortice di emozioni tipico delle grandi occasioni: dubbi e incertezze, ma anche impazienza di conoscere cosa mi aspetta insieme ad una grande voglia di pedalare. Sbarco a Bastia alle 13:00 di domenica, ed inizio a salire deciso verso Cardo, luogo di partenza del Sentiero delle Ghiacciaie, che avrebbe dovuto condurmi alla Bocca di San Leonardo e, da lì, a picco verso la costa occidentale. Il Sentier des Glacières parte accanto alla chiesetta di Cardo e inizia a regalare da subito uno spettacolo dietro l'altro. La vista su Bastia è sempre più alta ed il panorama mozzafiato sulla Laguna di Biguglia, poco più a sud, ruba il tempo per più di una foto.
Ben presto l'altra faccia della medaglia di questo tracciato presenta il suo conto: si comincia a scendere dalla bici e a spingere continuando così per alcuni chilometri, fra tratti piuttosto ripidi, rocce smosse e grossi massi da superare. Gli escursionisti che incontro lungo il cammino non fanno che ripeteremi "bon courage" ed io non so se sentirmi più lusingato o spaventato da ciò che mi potrebbe attendere. Si arriva alle prime ghiacciaie e finalmente le fatiche vengono ripagate dalla bellezza di queste antiche costruzioni e dal panorama che da qua si domina. Le glacières, come le chiamano qua, venivano utilizzate in antichità per la raccolta della neve e la successiva conversione in ghiaccio, prima di essere tagliato e trasportato a dorso di mulo fino a Bastia.
Sentiero delle Ghiacciaie (Corsica)
Continuo lungo un bellissimo single-track pedalabile che segue la cresta del monte fino alla Bocca di Pinaciolelle, altro promontorio spettacolare della giornata. Questo infatti è l'unico punto di tutta la Corsica dove, volgendo lo sguardo verso sud, si riescono a vedere entrambe le coste dell'isola: a sinistra Bastia e a destra il Golfo di Saint Florent. Proseguo fino alla Bocca di San Leonardo, dove imbocco una lunga discesa per Farinole, rivelatasi dopo circa un chilometro non pedalabile e quindi proseguita a piedi. Raggiungo Sparagaggio e di fronte ad un tramonto fiabesco monto la tenda, carico di panorami indelebili ma sinceramente provato dalle eccessive ore di spinta.
La mattina del lunedì ho la sensazione di essere stato travolto da un treno. Dolori ovunque. Mi prendo un paio d'ore di riposo in più per ricomporre con calma i bagagli, fare un po' di stretching e riconsiderare il tracciato previsto per la giornata: sono indietro sulla tabella di marcia e, se la legenda dei colori dei sentieri non mi inganna, i percorsi del versante occidentale del "dito" della Corsica sono tutti come quelli di ieri. Decido pertanto un trasferimento via strada fino al Mulino Mattei, sulla sommità di Capo Corso. Il tracciato si rivela più vario del previsto, essendo la strada mal conservata (attenzione quindi a chi gira in bici da corsa) e intervallata da numerosi punti di interesse come l'affascinante spiaggia nera di Nonza.
Spiaggia nera di Nonza
Aperitivo a Nonza
L'ascesa al Mulino Mattei è l'ultima fatica della giornata, anche questa abbondantemente ricompensata dal fascino del luogo e da quello che per me rappresenta: giro di boa simbolico del mio personale anello di Capo Corso. Monto la tenda mentre un gregge di pecore pascola a poche decine di metri da me. Il suono dei campanacci accompagna la preparazione della cena "multietnica": cous cous liofilizzato e chili messicano con nachos. L'emozione di dormire in tenda in completa libertà è un'esperienza già vissuta come scout ma alla quale, negli ultimi anni, mi sono lentamente disabituato. I suoni e gli odori della notte sono diversi da quelli del giorno o forse sono io che li percepisco in maniera diversa. È come se la Natura, finalmente libera dal viavai diurno di persone, si sentisse libera di uscire allo scoperto... e sentirsi parte di tutto questo è una sensazione indescrivibile!
Mulino Mattei (Corsica)
Al risveglio, accompagnato da un'alba spettacolare su Capraia, mi tuffo a capofitto su Barcaggio per una scorrevolissima sterrata che merita sicuramente di essere percorsa e procedo lungo il Sentiero dei Doganieri fino a Macinaggio. In un susseguirsi di odori, colori e panorami supero almeno tre spiagge con mucche al pascolo, due torri di avvistamento genovesi dove il sentiero si fa più ripido e roccioso (armatevi quindi di pazienza e spingete!) e due isolotti a poca distanza dalla costa: l'isola di Giraglia e la Finocchiarola, quest'ultima riserva naturale protetta.
Spiaggia delle Mucche (Corsica)
Sentiero dei Doganieri (Corsica)
Da Macinaggio, sotto una pioggia torrenziale, arrivo a Santa Severa, superata la quale inizio a salire per alcuni chilometri lungo una larga e ripida sterrata fino a Pietracorbara. Qua avevo in programma di visitare un antico ponte genovese in pietra ma in giro non c'è nessuno a cui chiedere informazioni. Continua a piovere ed è freddo. Sono sul punto di rinunciare a cercarlo, quando incontro un muratore. Ricevo inaspettatamente indicazioni dettagliate e, attraverso un piccolo viottolo che si dirama dalla strada principale dentro la boscaglia, raggiungo il ponticello in pietra che sembra un quadro d'autore. Sotto scorre un romantico ruscello e si trova una vasca naturale dove, nelle giornate più belle, un tuffo sarebbe d'obbligo.
Appagato da questa piacevole sosta, adesso la priorità è asciugarmi e riscaldarmi. Mi metto pertanto alla ricerca di un albergo, che trovo a Marina di Pietracorbara: una semplice locanda corsa, dove ho la possibilità di asciugare i vestiti e gustare una squisita cena accompagnato dalla chitarra del proprietario e dalle piacevoli note di un canto corso. La mattina dopo non ho molto tempo per pedalare. A mezzogiorno devo essere a Bastia per imbarcarmi ma riesco a trovare ancora il tempo di un'ultima salita e relativa discesa su sterrato. Si tratta di un sentiero piuttosto ripido ma pedalabile che, partendo da Marina di Pietracorbara, sale fino a quota 250 mt s.l.m, per poi scendere su Crosciano con una scorrevole discesa che offre una piacevole vista su Marina di Sisco; l'ultima goduria prima di raggiungere Bastia e imbarcarmi sul Corsica Marina Seconda.
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