Reputiamo gravissima la risposta che Guido Improta ha dato ad una interrogazione del Movimento 5 Stelle riguardante le preferenziali. "A Via Principe Eugenio" recitava più o meno l'interrogazione "c'è un gran caos di doppie file da quando sono stati tolti i cordoli che proteggevano i tram col risultato che i tram ora vanno più lenti e hanno una marcia più pericolosa e che le vetture sosta in divieto. Perché dunque non ripristinare i cordoli?". "Non si può" risponde Improta "perché sono pericolosi per le due ruote". Una risposta che ti aspetteresti da un Max Giusti qualsiasi (grazie ad una operazione concordata con il conduttore televisivo Gianni Alemanno riuscì a smantellare tutti i cordoli 5 anni fa), non certo da un personaggio della caratura di Improta. Chi lo consiglia? Che staff ha? Si è tenuto la gente dei tempi di Alemanno? Come fa Improta a non capire che quella della pericolosità per le due ruote è una fandonia, una baggianata creata ad arte per togliere i cordoli e generare chilometri e chilometri di doppia fila? Nessuno scooter che rispetti i limiti di velocità urbani può avere nulla da temere da un cordolo. Anzi, come è facilmente dimostrabile, i cordoli sono pericolosi quando non ci sono, perché la sosta selvaggia rende la strada insidiosissima in primis per i motorini.


Ancor più grave che all'interrogazione (tutta pubblicata qui sopra) Improta abbia risposto dicendo che le borchiette montate da Alemanno dopo aver smantellato cordoli e preferenziali sono più che sufficienti per proteggere la preferenziale. E allora eccola qua sopra Via di Principe Eugenio alla quale si riferisce l'interrogazione. Guardate come proteggono bene le borchie: sono talmente inutili che tutti passano sulla preferenziale e la strada normale, la carreggiata corretta, si trasforma in parcheggio abusivo lineare in seconda fila. Davvero un eccellente risultato, assessore, proprio da difendere. Ma è la stessa storia su centinaia di chilometri di altre preferenziali: chi si muove in città lo sa bene, da Viale Libia a Viale della Regina Margherita, da Via Napoleone III a Corso Vittorio Emanuele. E' gravissimo che una amministrazione eletta con una votazione bulgara battendo l'amministrazione precedente non capisca che il proprio mandato politico è quello di fare esattamente l'inverso di quanto fatto dai predecessori. Se volevamo gente che ragionava in questo modo, caro Improta, ci tenevamo Antonello Aurigemma o, peggio, Sergio Marchi. Gli elettori invece hanno mandato il chiaro segnale di fare esattamente il contrario rispetto a loro. BIKE-SHARINGAnche qui delusione cocente - peraltro non smentita, ma confermata via e-mail dall'assessore - a seguito di una intervista su Metro (qui il link). Secondo l'assessore (è proprio lui a parlare, non la signora al mercato o la massaia al macellaio) a Roma non ci potrà essere un grande bike-sharing perché ci sono troppi saliscendi e troppi sanpietrini. Una assurda mancanza di buon senso anche nei confronto delle migliaia di ciclisti urbani che (in clamoroso aumento ogni giorno) ogni dì sono visibili in città. Un vero e proprio insulto al buon senso: Parigi è la città con il più importante schema di bike-sharing al mondo, peccato che abbia più saliscendi di Roma e che abbia più pavè di Roma. Non scherziamo, assessore. E non scherziamo neppure quando diciamo che "non avremo mai i finanziamenti di Parigi e Londra", perché è assolutamente falso. Rispetto al nuovo Piano regolatore degli Impianti Pubblicitari, approvato in luglio, è sufficiente il 6% degli impianti per fare un bike-sharing più che serio, totalmente pagato dai privati. Dunque quale risorse ti occorrono? Un bike-sharing ben fatto rappresenta la svolta trasportistica in una città come Roma, rischia di intercettare il 10% degli spostamenti fertilizzando grazie alle bici in maniera positiva tutta la città. Come può un assessore affrontare il tema in maniera rinunciataria?Insomma Guido Improta, qualche giorno fa, ha dichiarato che dopo 18 mesi di governo tirerà le fila e deciderà se restare o meno. Questi i patti con Marino. Improta è un grande funzionario\manager abituato a guadagnare cifre ben diverse dal micragnoso stipendio da assessore. Se l'impostazione di Improta continua ad essere questa l'invito da parte nostra è di andare a guadagnar meglio altrove lasciando la città a qualche assessore che ne comprenda le reali necessità senza porsi nell'impostazione del "s'è sempre fatto così". Se invece Improta deciderà di svegliarsi, beh, è il ben venuto!





