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Corso di sci, questa volta non mollo!

Da Littleelo
Siamo stati in montagna tra Natale e il primo dell'anno, come sempre a Varena, in Val di Fiemme.
Poca neve, ma abbastanza per togliersi la voglia di una sciata noi "grandi" e soprattutto per iniziare a insegnare a sciare ai "piccoli".
Nei primi giorni assolati della nostra vacanza abbiamo scelto di andare alla piccola stazione sciistica di Passo Oclini, dove già sapevo molto operativa una scuola di sci (che, ho scoperto poi, è in target bambini). Non ho esitato un secondo, appena scesa dalla macchina mi sono diretta subito alla biglietteria nonchè centro prenotazioni lezioni e ho fissato un'ora con maestro per Luigi nel primo pomeriggio. Sì, perché uno degli obiettivi di questa vacanza era proprio quello di insegnargli lo spazzaneve e a prendere un impianto.
Fatto questo, la nostra mattinata è trascorsa piacevolmente sulla neve, tra il tapis roulant che ci riportava a monte dopo delle microdiscese con bob (Bianca) e sci (Luigi), la cotoletta con patatine fritte del self service e il sole sulla terrazza dell'Hotel Schwarzhorn. Fino a che non è arrivato il momento della lezione di sci.
Appena Luigi ha visto il maestro si è irrigidito e senza giri di parole ci ha detto che non voleva fare la lezione. Il maestro, giovane e davvero gentile nonostante il marcato accento tirolese, ci ha messo tutta la sua buona volontà per convincerlo a seguirlo, ma niente. Lui ha iniziato pure a piangere.
A quel punto, memore del fallimento con il corso di nuoto, la Mamma Tigre che da qualche parte si nasconde in me è venuta fuori: lezione è e lezione sarà fino all'ultimo minuto che ho profumatamente pagato con il maestro Christoph!
Detto questo a padre e figlio, ho girato le spalle e mi sono allontanta trascinando Bianca (trionfante!) sul bob. Non mi sono più voltata, nonostante gli strilli, nonostante nel frattempo mi chiedessi se stavo facendo il bene e di chi e mi sentissi bieca ed egoista come il padre della povera Alice di La solitudine dei numeri primi (che poi il sole in realtà splendeva alto nel cielo terso, la temperatura era primaverile e il maestro dedicato solo al piccolo). Insomma, questa volta ho tenuto duro (anche se Cesare con gli sci ai piedi ha dovuto fare da "osservatore" fino alla fine della lezione, che comunque si è potuta svolgere tra skilift e pista) e, al termine, ho prenotato altre due ore per i giorni successivi.
Luigi, dopo quella prima lezione, nei giorni seguenti non ha più protestato, ha anche sciato con noi un pomeriggio su una pista azzurra. E con nonchalance ci ha pure comunicato, durante il viaggio di ritorno da Varena e non prima di varcare il casello dell'autostrada a Bergamo, che a lui piace molto sciare, soprattutto col maestro.
Questa volta dunque non ho ceduto, non so per l'egoismo di poter finalmente tornare a trascorrere delle belle giornate all'aria aperta con gli sci ai piedi finalmente in compagnia dei figli o se per la convinzione che a 5 anni (quasi) bisogna iniziare ad accettare che il nostro tempo possa essere strutturato, facendo quello che di dice un maestro (di nuoto, di sci, di disegno, di cucina...) e applicandosi per imparare.
Non so quale delle due cose mi abbia spinto di più a perseverare, ma credo che ora siamo tutti piuttosto soddisfatti, Luigi compreso.

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