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Corso preparto #1 - Di paragoni e ansia da prestazione

Creato il 30 marzo 2015 da Taccodieci @Taccodieci
Già mi immaginavo l'ostetrica a farmi dei segni tipo hostess dieci minuti prima del parto ("allora, le uscite di sicurezza... non ci sono! Muahahah!"), quando finalmente sono stata chiamata per l'inizio del corso preparto presso l'ospedale dove ho intenzione di far nascere questo bimbo (sempre che, con un po' di fortuna, non scambi il travaglio per un po' di costipazione e non mi renda conto di partorire alla cassa del super).
Ho deciso di iscrivermi a questo corso perchè credo che sapere sia potere e quanto meglio saprò chi incontrerò, che cosa succederà e che cosa potrebbe accadere, dove sarò, tanto meno avrò possibilità di farmi prendere da un attacco di panico.
Ho scelto proprio il corso di preparazione dell'ospedale per iniziare a mettere un piede nella porta e vedere in faccia proprio le persone che incontrerò durante quei momenti.
Così il primo incontro. Finalmente.
Per essere solo le future mamme di maggio siamo una trentina, con un'età variabilissima. Io che credevo che sarei stata una un po' vecchiotta mi sono dovuta piacevolmente ricredere: sono perfettamente nella media.
E d'altra parte tra università, lavori precari, gavetta infinita quanti sono i fortunati o i folli che mettono su famiglia prima dei trenta?
Come primo incontro abbiamo fatto un giro di presentazione.
Cosa. Che. Odio.
La odio perchè ho trent'anni suonati, santo cielo, non mi spaventa nemmeno il demonio in persona, so perfettamente che cosa devo dire... fino al momento in cui parla la persona prima di me. Poi basta, mi blocco.
Mi parte un interruttore atavico che blocca istantaneamente la salivazione, la voce mi si abbassa di una manciata di decibel diventando udibile solo ai cani e la faccia si colora a chiazze manco fossi la Pimpa. Giuro.
Pensate che questa cosa sia tenera? Certo, perchè capita a me, mica a voi.
Ma non è questa la cosa importante di questo giro di tavolo.
Le cose importanti sono altre:
- tantissime altre mamme di maggio sono in maternità anticipata come me;
- tante altre mamme di maggio hanno trascorso un inizio gravidanza di merda, bloccate a letto, preoccupate, in ansia, piene di problemi e dubbi, come me;
- qualche mamma di maggio, come me, ha provato imbarazzo nel dover definire se questa sia "tecnicamente" la prima gravidanza, visto che proviene da qualche pessima esperienza;
- tante altre mamme di maggio indossano gli stessi leggins che da settembre mi sono praticamente tatuata addosso;
- qualche mamma di maggio durante gli incontri ha capogiri, qualcuna non viene a tutti gli incontri perchè non si sente ogni giorno fresca come una rosa.
Insomma, grazie alle mamme di maggio mi sono sentita di nuovo, dopo tanto tempo, normale.
Ed io ci tengo alla mia straordinaria normalità.
Penso che il giro di tavolo sia servito proprio a questo.
Una volta concluse le presentazioni infatti non è rimasto che il tempo necessario perchè la psicologa desse qualche consiglio che avrei voluto sentire prima. Perchè a volte, anche se le cose le sai, hai lo stesso bisogno che qualcuno te le dica perchè diventino reali e tu ci possa credere.
Ci ha fatto notare le nostre diversità e ci ha proibito di fare alcun paragone tra noi. Ci ha ricordato che ogni gravidanza è diversa e che solo noi sappiamo come stiamo, che cosa ci passa per la testa e come ci sentiamo, in ogni senso.
Ci ha esortate a fregarcene dei moniti e delle esperienze di chi ci sta attorno per vivere la nostra gravidanza, che quelle che ci danno consigli la loro l'hanno già vissuta: adesso tocca a noi e non ci dobbiamo perdere o far rovinare questa esperienza.
Insomma, ha sottolineato con forza che dobbiamo diffidare dei geni delle vite degli altri.
Sarà banale, ma ci ha detto che non dobbiamo sentirci incapaci o inadeguate solo perchè siamo a casa o non ci sentiamo bene, che non esistono mamme brave e mamme imbranate e che già il fatto che siamo tutte là con le nostre belle pance è un successo, significa che abbiamo fatto le scelte giuste. Solo noi abbiamo la consapevolezza di quello che stiamo vivendo e possiamo infatti fare le scelte giuste per noi.
Così mi sono tornate in mente quelle che in questi mesi mi hanno detto invece, più o meno velatamente, che:
- non occorreva stare a riposo, se fosse dovuto accadere qualcosa di brutto sarebbe successo in ogni caso;
- maternità anticipata significa approfittarsene, perchè una donna incinta non è malata;
- mica tutte le donne incinte stanno a casa, solo quelle che "non se la sentono" di andare al lavoro;
- ci sono donne che sono "meno forti" e non bisogna vergognarsene;
- loro erano andate al lavoro fino all'istante prima di partorire e si sentivano piene di energie;
- loro durante la gravidanza non avevano avuto nemmeno una nausea, che in fin dei conti è solo una cosa psicologica;
- dovevo farmi meno paranoie e "accettare" come sarebbe andata.
Che stronze.
La Redazione

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