Ho scoperto cose che voi umani non potete neanche immaginare…. che dentro Chanel 5 ci sono delle puzze, per esempio!
Ecco le notizie più strane e interessanti che ho trovato girando tra gli stand di Esxence, la fiera dedicata alla profumeria artistica:
I palazzi dei faraoni sapevano di muffin
Almeno, questo è quello che sembra annusando il Kyphi di Ramesse III (**) che mi è stato dato in omaggio da Aboca. Il kyphi è una delle forme più antiche di profumo. Si trattava di conetti di sostanze odorose che, quattromila anni fa, gli egizi si mettevano sulla testa: con il calore si scioglievano, profumando i capelli. Dato che alcuni di questi conetti sono stati trovati nelle tombe, è stato possibile ricostruirne la formula.
Aboca ha riprodotto il kyphi in versione aroma d’ambiente: si tratta di piccole piramidi tronche di una sostanza scura e solida che, messa in un diffusore di olii naturali (foto), diventa una specie di magma marroncino dal quale, come un piccolo geyser, si sprigiona ogni tanto uno sbuffetto di fumo olezzante. I componenti sono tutti naturali: colofonia (una resina vegetale), mastice di Kios (resina di lentisco), polveri di menta piperita e cannella, olio essenziale di citronella, miele e uva passita. Devo dire che gli aroi che si sentono di più sono l’uvetta e il miele, tanto che mi ricorda il profumo dei muffin che mangiavo a colazione in Inghilterra. Il kyphi di Aboca non mi ha colpito particolarmente e dubito che Cleopatra abbia scelto una fragranza così “appetitosa” per inebriare Cesare e Antonio. Ho il sospetto che l’azienda abbia scelto le componenti del kyphi originale meno strane e più adatte al gusto moderno, per realizzare un prodotto più commerciale. Inoltre lo sbuffetto di fumo non non è molto potente, basta appena per un piccolo ambiente. Penso che lo userò nel cucinotto, per contrastare la puzza di fritto.
Aldeidi
Finalmente ho capito qualcosa delle aldeidi. Le piramidi olfattive o le descrizioni dei profumi, ogni tanto, parlano di “aldeidi” o “profumo aldeidato” ma non dicono mai QUALE aldeide è stata usata. In realtà le aldeidi sono dei composti chimici utilizzati in profumeria da più o meno gli anni 20 del secolo scorso. Il primo profumo a dichiararle nella composizione è stato Chanel n°5, ma ci sono forti sospetti che qualcuno le usasse anche prima, però senza dirlo. Del resto, in qualunque profumeria andiate ancora oggi, troverete commesse pronte a giurarvi che i loro prodotti sono “tutti naturali”. L’unica consolazione è che le sostanze chimiche usate nella cosmetica non fanno assolutamente male e, anzi, spesso danno meno allergie di quelle naturali.
Grazie alla gentilissima Elena di Mouillettes &CO, ho potutto annusare cinque aldeidi diverse:
Aldeide C12: è quella contenuta in Chanel n°5*****. Puzza come il cloro delle peggiori piscine. Ma ha il potere di esaltare le note fiorite. Infatti, la maggioranza dei profumi che la utilizzano è della categoria “fiorito aldeidato”.
Aldeide C14: è la nota di pesca che si sente in Mitsouko***** di Guerlain e come “pesca” è menzionata, di solito, nelle piramidi olfattive.
Mandarinal: il nome parla da solo. Usatissima nei profumi fruttati e agrumati. Ovviamente, vi dicono che è “mandarino”.
Aldeide C 18. Sa di cocco. Usatissima nelle fragranze tropicali e per aromatizzare le creme abbronzanti.
Cipriato e chyphre
In Italia “cipriato” viene usato spesso sia come traduzione del francese “chypre”, una famiglia olfattiva il cui nome deriva dal profumo (non più in commercio) Chypre**** di Francois Coty, che come sinonimo di “talcato”. Peccato però che l’aroma dolce, non si senso di “zuccheroso” ma di “morbido e tenero” dei talcati (poudreé in francese) non centri un tubo con i profumi chypre, che invece sono basati su un accordo di agrumi, fiori, legni e muschio di quercia, ispirato agli aromi mediterranei dell’isola di Cipro. Insomma, una gran confusione. D’ora in poi parlerò solo di “chypre” o di “talcato”, così si capisce di che si tratta.
Cipriolo
Non c’entra un tubo né con i profumi chypre né con quelli cipriati, ma è una delle sostanze vegetali utilizzate in profumeria come note di fondo, cioé tali da far durare più a lungo il profumo e la percezione di esso. Appartiene alla stessa famiglia del papiro e ne vengono distillati i rizomi, cioè le radici. In India è conosciuto come nagarmotha e commercializzato con il nome di cypriol. Come tutta la roba che vogliono vendere agli occidentali, dicono che è afrodisiaco.