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"corso urgente di politica per gente decente", leggendo e criticando lo status quo

Creato il 21 settembre 2015 da Alessandro @AleTrasforini

Qualora i sistemi politico, sociale, economico, [...] di un Paese lascino a desiderare a chi è possibile attribuire colpe specifiche? Può essere davvero realistico affermare che le colpe per una classe dirigente non all'altezza cadono sulla ' base' della piramide statale?
Cosa potrebbe fare una persona maggiormente informata ( e quindi migliore?) per contribuire alla crescita morale ed intellettuale del proprio Paese?
Attraverso quali ' leve' si potrebbe costituire e/o costruire una differente e pe( n)sante serie di contenuti, al fine di innescare miglioramenti sensibili nel modo di fare e soprattutto interpretare sia l'agire politico che il fare tecnico?
Quante possibilità ha la base della piramide sociale di influenzare anche pesantemente l'agire del proprio vertice? La complessità maturata della società rischia di rendere non risolvibile la presente domanda, forse perché sono ormai molt( issim)i i punti nevralgici che hanno finito per intrecciarsi in maniera radicale l'uno con l'altro. La possibilità di estirpare un problema rischia di essere un'azione pienamente effettuabile andando a ' toccare' altre zone, costruendo magari differenti ostacoli laddove prima vi erano ( solo apparentemente?) praterie di opportunità non ancora percorse.
A prescindere dai punti di vista, la questione di fondo da porsi risulta essere una sola: quanto è necessario adoperarsi per ( cercare di) responsabilizzare la base di una piramide sociale che ha inevitabilmente colpe e demeriti per aver condotto e/o sottovalutato l'incedere di certe situazioni ormai divenute insostenibili? Quali appelli e considerazioni potrebbe essere possibile promuovere nell'individuazione di potenziali metodi di crescita ed uscita da stadi di mancata consapevolezza?
A questa e moltissime altre domande cerca di rispondere l'opera " Corso urgente di politica per gente decente", scritto da Juan Carlo Monedero e pubblicato da Serie Bianca Feltrinelli.
L'obiettivo del presente testo si richiama in maniera prioritaria all'individuazione di una serie di problemi tanto radicali quanto difficili da estirpare, specialmente se presenti in Paesi ove la crisi economico-finanziaria ha finito per accentuare disparità e per falsare percezioni di varia estrazione:

"[...] Dalla rivolta degli indignados alla fondazione del Partito Podemos [...] la sinistra spagnola sembra stare elaborando non solo una teoria, ma soprattutto una pratica politica che la rende più innovativa [...] a livello europeo. Come mai succede in Spagna? Quali sono le idee di fondo di questo movimento che [...] si va facendo sempre più istituzionalmente importante? Chi c'è dietro? Sul piano dell'elaborazione culturale non c'è dubbio che l'uomo centrale di questo [...] sia Juan Carlos Monedero, che è stato responsabile del programma e del processo costituente del Partito - e che proprio negli ultimi tempi si è dimesso dal gruppo dirigente avvertendo che 'la moderazione potrebbe disarmare Podemos', una rivendicazione di radicalità delle idee contro le tentazioni del potere. [...]"

Bandire la citata ' moderazione' dal contesto socio-politico di un Paese a cosa potrebbe portare? La specifica necessità di lottare per obiettivi tanto ambiziosi quanto forse necessari cosa potrebbe insegnare alla base della piramide sociale? A quali punti di vista è opportuno ricondursi per sperare in un miglioramento consistente delle situazioni esistenti non solo in Spagna, ma ancora di più a livello europeo? Possono essere considerate simili o quantomeno assimilabili le situazioni socio-politiche esistenti a livello europeo prima e mondiale poi? A domande come queste rischiano di non esserci risposte tanto uniche quanto univoche; la necessità primaria è quella di sottoporre ( ancora una volta) importanti questioni al vaglio e giudizio della citata ' gente decente':

"[...] Monedero ricapitola con grande efficacia le idee di una sinistra moderna ma al tempo stesso fedele alle sue radici, rimette al centro della discussione temi e problemi che decenni di rivoluzione neoliberale hanno fatto sparire, racconta concretamente come un'impostazione culturale e politica si traduca in azioni dal basso capaci di cambiare le cose. Un vero e proprio corso di politica in cui uno studioso serio mette da parte i tecnicismi e discute [...] cosa non va nella nostra società e come cambiarla. [...]"

Possono essere versione e visione spagnola pienamente adattabili anche ad altri contesti come quello italiano? Sotto quali ottiche possono risultare vincenti e pienamente divulgabili le idee per costruire una sinistra tanto moderna quanto radicata nel saper percepire i cambiamenti di una società in costante trasformazione? E' davvero così vero o quantomeno verificabile la possibilità di affermare che le cose si possono cambiare in maniera radicale e definitiva agendo dal basso?
Le possibili risposte a queste domande possono essere trovate nella necessità di rendere ' decente' un elettorato in perenni trasformazione e stato di rabbia. La potenzialità di costruire proposta scorre infatti attraverso la ferma necessità di ricostruire gli argini entro cui ( cercare di) incanalare una tanto radicale quanto assolutamente giustificabile protesta.
I partiti politici rischiano di passare alla storia, in un contesto tanto pessimo quanto attualmente in corso di grande mutamento, come protagonisti principali di un fallimento assoluto legato sia all'interpretazione del presente che alla costruzione del futuro. Come potrebbe muoversi in un contesto di maggioritaria sfiducia il cittadino desideroso di cambiare le cose? La risposta a questa domanda risulta essere alquanto difficile da attuare pienamente:

"[...] La gente decente ne ha abbastanza, ma non vuole avvantaggiarsi sul prossimo, non vuole né vivere nella sconfitta né trionfare sugli altri. E' la gente che si fa coraggio e dice di no quando sarebbe più facile dire di sì o accettare una spiegazione tranquillizzante. La gente che impara a non avere paura e a non diffidare della politica, perché sa che la politica siamo soprattutto noi. La gente che si riflette nello specchio della commovente generosità che sboccia ogni volta che capita una disgrazia, che si dispera perché accusa stanchezza, che non capisce cosa abbiamo fatto per meritarci tutto questo ma non fa dietrofront, tantomeno prima di aver iniziato il viaggio. Gente decente che vuole vivere una vita decente. E in questi tempi, di nuovo bui, non glielo permettono. [...]"

Criticare le argomentazioni proposte e presenti sia nella società che nell'opera presentata, nel tentativo di ( fornire il proprio infinitesimo contributo per provare a) strutturare un domani nel quale i ' decenti' possano avere maggiori voci in capitolo internamente all'organizzazione di una profonda complessità quale è quella attuale.


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