Ci risiamo.
In un mese tre sentenze della Corte Costituzionale hanno smorzato le speranze degli statali. Si perché sulla scia della sentenza 223/2012 con la quale si accoglieva il ricorso dei magistrati in merito al blocco degli stipendi, alcuni dipendenti statali (professori, personale ministero degli esteri ed Agcom) illudendosi di ricevere il medesimo trattamento, hanno depositato 20 ricorsi per il riconoscimento di illegittimità da parte della Consulta. Ma con tre diverse sentenze, tutte di identico tenore, la Corte ha sancito per gli statali quanto di fatto non ha decretato per i magistrati, evidenziando che “il sacrificio imposto al personale, se pure particolarmente gravoso per quello più giovane, appare in quanto temporaneo, congruente con la necessità di risparmi consistenti e immediati”.Insomma, letto tra le righe, “mettetevi l’anima in pace, per voi non si può far nulla”. A nulla è valso appellarsi all’eccezione che anche i dipendenti di Bankitalia, grazie ad un rimescolamento di emendamenti nella legge di stabilità, sono stati esclusi dal blocco. Infatti con la sentenza 7/2014 del 15 gennaio 2014 la Corte ha sancito che “Il diverso trattamento è giustificato dall’esigenza imposta dalla disciplina dell’Unione Europea”. Insomma ancora una volta un giro di parole. Ancora una volta a pagarne le spese è il pubblico impiego, quello di serie B, i diversamente statali. In modo particolare il Comparto Sicurezza e Difesa che, come ho più volte sottolineato, vede ridotta la propria carriera militare ad un ridicolo e mortificante “prestigio di spallina” senza alcun incremento economico. Un blocco che certifica la vacuità della tanto decantata specificità. Una dannosa presa in giro trattenuta a stento, ed ancora per poco, dai militari e le forze di polizia.
Guido Lanzo - Direttivo Nazionale Moderati in Rivoluzione