Si attende ora il 15 ottobre per sapere gli anni di carcere che l’atleta dovrà scontare, che per la sua imputazione possono arrivare fino a 15. Se fosse stato dichiarato colpevole di omicidio premeditato – accusa su cui si era basato il processo iniziato il 3 marzo scorso – Pistorius avrebbe rischiato dai 25 anni all’ergastolo.
Masipa ha motivato il capo d’imputazione a Pistorius col fatto che “non vi sono ragioni per non credergli quando afferma che, sparando attraverso la porta del bagno, pensava ci fosse un intruso in casa, e non la ragazza”. La giudice non ha considerato le testimonianze dei vicini dell’atleta, che affermarono di aver sentito le urla di una donna quella notte nella sua casa, e che quindi Pistorius doveva sapere di stare sparando alla fidanzata.
Pistorius ha sempre sostenuto, fin dai primi minuti dopo l’omicidio, di aver sparato contro Reeva perché l’aveva scambiata per un ladro, e la Masipa reputa che il ragazzo non possa aver pianificato tanta coerenza in così poco tempo. Tuttavia, ammette il magistrato, Oscar ha agito in modo troppo irragionevole e violento, senza rendersi conto che avrebbe potuto uccidere qualcuno. Da qui la condanna per omicidio colposo.
Si tratta, in ogni caso, di una sentenza che fa e continuerà a far discutere; ci sono molto legali esperti che sostengono l’intenzionalità dell’omicidio, dato che Pistorius ha preso la pistola, è andato fino in bagno e ha sparato 4 volte con decisione, senza pensarci troppo. Lo stesso magistrato Masipa, del resto, ammette che c’è ancora un punto interrogativo sul perché l’atleta, che credeva che Reeva dormisse nel letto accanto lui, non le abbia chiesto se avesse sentito anche lei dei rumori provenienti dal bagno, prima di prendere la pistola e andare a sparare.