Dedicato a tutti i miei compagni di giochi del cortile che per anni si sono sorbiti le mie barzellette e con cui ho condiviso le ginocchia sbucciate.
Dove sono le mie scarpe consumate? Ricordo i miei amici gridare dalla finestra per scendere a giocare e io che dovevo rimandare per finire i compiti. Dopo cinque minuti d’orologio, ero già sotto con i calzettoni alle ginocchia, pantaloni ascellari alla Fantozzi e maglietta del Barça comprata a poche lire. Le auto parcheggiate non ci fermavano. Il pallone incastrato sotto i parafanghi andava scalciato a tutta forza. La pausa alle cinque. La scelta delle squadre, fare finta di non prendersela se venivi scelto per ultimo. O nascondere la gioia se eri tra i primi. Se giocavi in porta era una garanzia. Gli allarmi che suonavano, noi che scappavamo. Le urla delle madri – non c’erano sms o telefoni – perché la cena era pronta. Non avevamo l’orologio: la stanchezza e la fame erano le nostre lancette. Una generazione del cortile rimpazzava sempre l’altra. Ripasso ora, c’è un silenzio innaturale. Dove sono il bambino coi pantaloni ascellari e i suoi amici che dovevano rimpiazzarci?
Playlist aggiornata, buon ascolto ;)