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Cos'è Fidenza oggi?

Creato il 10 gennaio 2014 da Bernardrieux @pierrebarilli1
Cos'è Fidenza oggi?Fidenza, come abbiamo già scritto e piace ricordare,  è soprattutto la sua storia, quella che ha lasciato memoria, segni evidenti.  Fidenza è la fabbrica del vetro, è l'espansione urbanistica, è lo Stirone, è l'Antelami, è il teatro Magnani, è la chimica (una volta si chiamava "fabbrica della morte"),  è Giuseppe Verdi deputato al Parlamento eletto a Fidenza, allora   Borgo San Donnino.
Fidenza è anche gli edifici di interesse storico-artistico, i musei a partire da quello del Duomo, i suoi pittori da Emanuelli a Ponzi, senza dimenticare  Alfieri e Sgavetta,  e poi è l'ospedale di Vaio, e le piazze, l'asino che vola, la pagina della Gazzetta, san Donnino e la sagra, gli anolini, il voltone,  il parmigiano, l'Oriola, il Numero Unico, l'Asino che ride,  i Terragli, il cavallo pesto, la erre alla francese, la Via Francigena, la tortafritta, Fidenza Village, il dialetto, la Camera Acustica ma anche un servizio di raccolta differenziata da primato e tanto d'altro nei servizi sociali, nella solidarietà, nel commercio, nella moda e nell'artigianato.
Fidenza è soprattutto  la sua gente, colta e intelligente, che lavora e sa lavorare senza dimenticare di sognare e divertirsi.
Fidenza è anche l'altra faccia della medaglia: aziende in difficoltà, lavoro nero, economia sommersa, giovani in cerca di prima occupazione, fenomeni di degrado sociale con alcol e cocaina a livelli allarmanti, rapporti con i migranti nella norma tendenzialmente isolazionisti con qualche isolato episodio di intolleranza e violenza tra le diverse etnie, degrado del centro storico soprattutto nella parte ricostruita subito dopo il secondo conflitto mondiale, una viabilità da labirinto, nuovi quartieri senza servizi e molto cemento,  commercio del centro storico in sofferenza.
Fidenza è tutte queste cose e molte altre ancora; cose diverse, spesso contraddittorie, complesse.
Per questo è difficile dare risposte self-service alla voglia di cambiamento.
Fidenza è un pezzo di mondo ("Mondo piccolo", direbbe Giovannino Guareschi) che deve misurarsi con i difficili, complessi, a volte drammatici problemi di una società globalizzata  messa alla prova della crisi economica-finanziaria internazionale.
Oggi il problema di fondo che si pone chi amministra la città non è tanto -o soltanto- la mancanza di risorse finanziarie, ma  è la mancanza di concorrenza di idee.
Si, mancano idee, progetti -nel lavoro, nella cultura, ma anche su come rigovernare pezzi di città in forte degrado, per abbandono o incuria, tanto da rendere attuali le parole di Goethe,  viaggiatore in Italia: "ovunque la massima trascuratezza".
Insomma, i problemi non si risolvono immaginando una realtà diversa da quella che è; non siamo di fronte a svolte "epocali", quelle più volte rivendicate dagli ex amministratori di sinistra, quelle che hanno portato a sviluppi incontrollati con, ad esempio, torri che sovrastano luoghi sbagliati.
E poi, basta con il complesso d'inferiorità nei confronti di Parma. Fidenza deve farsi valere in ambito provinciale e regionale.
Troppo spesso si parla male dei politici, degli amministratori. Vi saranno, di sicuro, alcuni politici arrivisti e mascalzoni, ma tanti sono quelli che spassionatamente si mettono al servizio della città; penso, ad esempio, al sindaco Mario Cantini o al suo vice Stefano Tanzi, al giovane assessore Daniele Aiello ma anche all'ex sindaco Cerri, senza dimenticare il consigliere provinciale Manfredo Pedroni; gente che non fa politica per interesse personale, gente che crede in quel che fa e si mette a disposizione della comunità fidentina sacrificando interessi, affetti familiari, tempo libero e magari anche la salute.
Eppure, per la gente la politica resta distante; e come dare torto al cittadino disgustato se in politica non conta quello che sai fare e come lo sai fare, ma ci si affida a chi fa incetta di preferenze promettendo in cambio mari e monti. No, così non si va lontano.
E ancora, pensateci, dite il nome di un parlamentare di destra o di sinistra eletto con i voti di questo territorio che a Roma o a Bruxelles si sia dato da fare per questo territorio.
Dura è!
A domanda, pochi sanno chi sono i nostri parlamentari, in compenso non c'è  in Parlamento un deputato o un senatore che davvero conosca, rappresenti e sappia tutelare gli interessi del nostro territorio e della nostra gente.
E se cominciassimo a pestare un poco i piedi...
Ecco, mi fermo qui, come mi rimprovera il buon Manfredo, al solito l'ho tenuta troppo lunga. Amen!
(Cp)http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane

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