E' una pentola di alluminio fatta a forma di ciambella e che cuoce le torte sul gas anziché in forno.
E’ molto economica, non solo perché costa poco (circa 12 euro quella da 26 cm) ma anche perché non consuma energia elettrica (il gas è moolto più economico!).
Certi lo chiamano "fornetto di campagna" perché spesso veniva usato nelle case del contado, che appunto non avevano il forno: infatti i ricettari del primo Novecentoche parlano di forno di campagna alludono appunto a questo fornetto da gas, che si compone di un coperchio con dei fori come sfiatatoi, di un corpo fatto a ciambella dotato di due manici e di uno spargifiamma.
Come si usa?
La pentola va sempre accuratamente imburrata dentro e, preferibilmente, anche sul coperchio.
La cottura deve seguire delle regole scrupolosissime perché purtroppo è facile bruciare l’interno del dolce.
Innanzitutto si posa lo spargifiamma sul fornello del caffè, quello più piccolo per intenderci, con la parte concava rivolta verso l’alto. Vi si appoggia sopra la pentola chiusa e si accende il fornello per quattro minuti alla potenza massima: così la pentola prende il calore.
Si abbassa la fiamma a metà e si prosegue la cottura per circa 1 ora: a circa tre quarti d’ora si abbassa al minimo la fiamma, ma proprio al minimo, per far terminare la cottura sopra e per non rischiare di far bruciare l’interno della torta.
Attenzione che basta davvero poco per ritrovarsi la ciambella mezza carbonizzata! Per vedere se la cottura è terminata si può fare la prova stecchino con uno spiedino lungo puntandolo nei fori del coperchio.
Un’altra accortezza è quella di non aprire mai la pentola in cottura, pena sfornare una ciambella afflosciata
Per sfornare, appunto, la ciambella si può fare così: a fuoco spento (!) si mette un piatto capovolto sulla pentola, ben centrato, poi aiutandosi coi manici e tenendo bene anche il piatto la si gira.
Come tutto il pentolame di alluminio, nemmeno il fornetto va in lavastoviglie.