L’ampia diffusione delle nuove tecnologie rende necessaria la protezione e la tutela dei minori anche dai rischi dell’adescamento online.
Questo fenomeno è conosciuto come “grooming” (dal verbo “to groom”, curare), vale a dire la tecnica usata dai pedofili per entrare in contatto con i propri interlocutori. Attraverso dialoghi in chat, forum, via sms o tramite social network, giochi di ruolo, i potenziali abusanti costruiscono un legame di fiducia con il minore, che viene indotto ad accettare più facilmente un incontro o a dare informazioni sulla propria vita personale: indirizzo di residenza, numero di telefono, luoghi frequentati. Talvolta, anche piccoli regali come le ricariche telefoniche sono mezzi utilizzati per avvicinarlo. Questa tipologia di adescamento è molto insidiosa, perché può durare anche mesi e, sebbene non implichi necessariamente un contatto fisico, induce il minorenne a considerare come normali atti sessuali tra adulti e bambini.
Per conoscere meglio il fenomeno dell’adescamento online, è bene sapere come i potenziali abusanti avvicinano un minore in Rete. Nella maggior parte dei casi, l’adulto individua la sua vittima tra i profili corrispondenti alla fascia di età “preferita” e inizia una conversazione su argomenti banali e tipici della vita di un bambino o di un ragazzo: la scuola, gli amici, gli hobby. Come trucco, spesso l’adescatore mente sulla propria età anagrafica, salvo poi rivelarla quando la relazione si approfondisce. Le richieste di confidenze sessuali arrivano talvolta subito e, spesso, sono precedute da dichiarazioni di trasporto sentimentale. Il passo successivo è la richiesta di immagini osé, cui può seguire quella di un incontro reale.
L’adescamento online è un fenomeno in forte espansione che coinvolge sempre più spesso ragazzi e ragazze al di sotto dei 18 anni. Negli ultimi anni e specialmente a seguito del boom dei social network, le vittime degli abusi online appartengono a fasce d’età sempre più basse, tra i 10 e i 12 anni. Gli adescatori seguono i profili dei giovanissimi sul web e ne studiano gusti e punti deboli con l’obiettivo di attrarli nella propria rete.
Nel nostro paese, l’azione di lotta alla pedofilia online è condotta quotidianamente dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, specialmente attraverso l’attività del Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia sulla rete Internet. Tra il 1° aprile 2010 ed il 30 settembre 2011 sono stati monitorati 31.432 siti sospetti e, solo nel 2010 le operazioni sotto copertura svolte hanno prodotto 63 indagati sottoposti a provvedimenti restrittivi e portato alla denuncia di altre 582 persone per reati connessi alla pornografia minorile.
Per contrastare il fenomeno dell’adescamento online, la legge 1 ottobre 2012 n.172 di ratifica della Convenzione di Lanzarote, prevede l’introduzione del nuovo reato di “adescamento di minorenni” (art. 609-undecies del codice penale). Questa nuova fattispecie di reato consiste in qualsiasi atto volto a carpire la fiducia di un minore di 16 anni attraverso artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante l’utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione allo scopo di commettere uno dei reati sessuali contro i minori previsti dalla legge. La pena prevista per che si macchia di questo reato è la reclusione da 1 a 3 anni.
Foggia, 12 marzo 2014 Avv. Eugenio Gargiulo