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Cos’è la crossmedialità? (Live dal Salone del Libro)

Creato il 14 maggio 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Eccoci qui, cari lettori, al Salone del Libro di Torino, che si è aperto poche ore fa con il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. I visitatori sono tanti, soprattutto scolaresche, a cui sono dedicate tantissime delle iniziative che animeranno il Lingotto in questi primi due giorni.

Ma ora noi ci occupiamo di Crossmedialità: il Future Lab ospita infatti l’incontro Crossmedialità, futuro dell’editoria o nuovo format di divulgazione? a cura di Webnews, rappresentato qui da Giacomo Dotta, a cui partecipano Daniele Chieffi, direttore della collana Neo e responsabile dell’ufficio stampa di Eni, e Edoardo Fleischner, docente di Scrittura Crossmediale e di Comunicazione Digitale presso la facoltà di Sociologia all’Università Statale di Milano.

L’incontro, conclusosi poco fa, è stato aperto da parte di Edorardo Fleischner, che ha subito spiegato il concetto di crossmedialità:

Cos’è la crossmedialità?

Crossmedialità e media on demand sono strettamente legati, anzi, la crossmedialità si è affiancata negli ultimi anni alla multimedialità. Esistono diversi tipi di crossmedialità: una di tipo verticale, per cui si fa un prodotto, sul quale si impilano tutti format (le declinazioni) differenti, per la tv che lo manda in onda, per la radio, per i Social, per un libro, un settimanale…; c’è poi la crossmedialità orizzontale, che è costituita dal pubblico, per cui un certo dato arriva orizzontalmente su tutti i device possibili. E infine c’è poi una crossmedialità obliqua, legata ai sociale e all’interattività: quando, ad esempio, si pubblica un post su un qualsiasi social, questo contenuto raggiunge milioni di device, e segna l’avvio del processo di inoltro e condivisione.

A questo punto la parola passa a Chieffi, che presenta il progetto Neo, nato dalla presa di consapevolezza che un libro, appena uscito, dopo soli quattro mesi viene giudicato “vecchio”. Cosa fare per non “congelare” un libro in un momento? L’idea per oltrepassare questo problema è venuta a Chieffi, dal suo lavoro di comunicatore d’azienda: con i nuovi mezzi, il comunicatore che vuole presentare un’azienda, è passato, negli ultimi dieci anni da scrivere meri comunicati stampi, a dover produrre contenuti da declinare poi per adattarli ai vari contenuti. Perchè non applicare questo modella alla saggistica? È questa la base della collana Neo: si è deciso di non fare più solo un libro per ogni tema, ma anche un ebook, che raccoglierà i contributi di chi interagirà tramite la piattaforma, e continuerà, grazie al curatore, ad esistere e fonderà una linea narrativa precisa.

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È ovvio che, in questo contesto, cambia il ruolo dell’autore: diventa perciò una sorta di moderatore di una community, di una intelligenza collettiva, che avrà il compito di tenere il filo di questo storytelling teoricamente infinito.

Lo sviluppo di uno storytelling comunitario, è chiaro, accorcia, anzi, schiaccia, i tempi di un processo da sempre esistito: quello dei commenti ai libri, che, nell’Ottocento e nel Novecento, arrivavano all’autore tramite posta. Di qui anche il “ciclo di vita” di un libro o una notizia: questa velocità, che talvolta passa sotto l’emblema della contemporaneità, fà si che i contenuti vivino sul digitale per un tempo brevissimo.

In questa ottica Kindle è una mera macchina fotografica: si scarica un ebook che si è fermato in quel momento, in quanto non ti permette di interagire con quel contenuto. Non è il device che fa il contenuto, ma il device va scelto a seconda dell’uso che se ne vuole fare.

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Infine qualche idea sul futuro: Gli ebook faranno “chiudere” la carta stampata?

L’Italia ha una popolazione di circa 60milioni. Gli utilizzatori del web sono 38 milioni, mentre per i social 29 milioni. L’uso giornaliero del web su pc e tablet in media in Italia è di 4 ore e 28 minuti. Più della media delle ore che gli italiani stanno davanti alla tv. Perciò, veramente i media dovrebbero aumentare la lettura? No, non la aumentano; anzi, c’è una tale offerta che inizia ad essere molto difficile capire cosa si legge. Ma chi seleziona i contenuti in questo gran “rumore di fondo”? Gli editori, la cui funzione sociale è sempre stata quella di selezionare. L’unica differenza rispetto al passato è che l’editore, ora, parla coi suoi lettori (per quanto si chieda loro di fare sempre più azioni di marketing). Di qui la necessità per l’editore di leggere la rete, i commenti dei suoi lettori. Le aziende spendono milioni di euro per leggere la rete, intuendo cosa vogliono le persone, e cercando di creare il prodotto richiesto.




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