Aspetto con ansia l’evento che rimescolerà le carte in Parlamento, rendendo interessante una legislatura finora inutile, se non dannosa. Mi riferisco alla probabile scissione nei gruppi parlamentari del Movimento5stelle. Determinati elementi farebbero pensare che il momento sia molto vicino. Nei comportamenti assunti negli ultimi tempi, dalla salita sul tetto di Montecitorio fino ai baci omosessuali con tanto di didascalie in Parlamento, traspare la volontà, oltreché di cercare visibilità con gesti eclatanti, di mandare segnali di compattezza all’elettorato, segno che la tensione interna è molto alta. Lo stesso Grillo, quando ribadisce la sua strategia di puntare alle elezioni subito col Porcellum, sembra voler creare i pretesti per regolare subito i conti con i dissidenti, ad uno ad uno, evitando che ci siano degli esodi di gruppo, cosa che costerebbe parecchio a livello di immagine e di pratica politica.
Il problema per lui è che il primo dei dissidenti non è uno qualsiasi in cerca di riflettori, ma una delle figure più carismatiche, mature e competenti dell’intera pattuglia pentastellata: il Senatore (i grillini lo chiamino pure come più gli aggrada) Luis Orellana. Grillo lo vuole stanare subito, per evitare che si possa compattare un gruppo attorno a lui, ma il Senatore ha già dimostrato di avere abbastanza pazienza e scaltrezza per non cadere nelle trappole del comico. Certo, un movimento che vorrebbe cambiare la politica italiana, dovrebbe benedire il fatto, che tra tanti cialtroni, è riuscito a portare in Parlamento qualche persona di spessore che non ci sarebbe mai arrivata se avesse dovuto seguire i canali tradizionali. Ma a Grillo non gliene può fregare di meno di cambiare in senso partecipativo e competenziale il modo di fare politica. A lui interessa avere un gruppo compatto attorno alle visioni deliranti sue e di Casaleggio o, peggio ancora, in difesa dei loro interessi personali.
Orellana ha il physique du role giusto per far attraversare il Mar Morto a quella componente del Movimento che non ha intenzione di seguitare con lo sterile marketing folkloristico ordinato dai due guru, utile solo ad attirare il consenso dei non pochi qualunquisti italiani. E’ necessario che le truppe dei dissidenti siano esposte il meno possibile all’agguato dei frombolieri grillini. Per questo, tempi e modi dell’esodo dovranno essere studiati accuratamente. La crisi dell’alleanza di governo potrebbe rivelarsi la migliore occasione per attraversare il Rubicone dell’autonomia da Grillo. Il Pd ha un solo nome spendibile per una nuova fase di governo libera dai condizionamenti del pregiudicato di Arcore: Fabrizio Barca.