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Cosa c'è dopo la recessione?

Creato il 27 maggio 2013 da Freeskipper
Cosa c'è dopo la recessione? La nave affonda, e Capitan Letta al comando di una ciurma racimolata un pò a destra ed un pò a sinistra, invece di rigettare l'acqua in mare, ne imbarca altra ancora, aprendo altre falle nello scafo Italia che incagliatosi tra gli scogli del debito pubblico è rimasto fermo lì, in balia delle tempeste scatenate dai mercati finanziari: stiamo inesorabilmente colando a picco! Disoccupazione, precarietà, pensioni e salari da fame, sono il tragico e drammatico sinonimo del crollo del potere d'acquisto e quindi dei consumi! Tra i settori più colpiti dalla recessione, manco a dirlo, c'è il mercato del mattone: chi casa ce l’ha se la tiene e paga imu, gas, luce, telefono, condominio, spazzatura, canone rai, almeno finchè ne ha. Poi si vedrà, anche perché di vendere, almeno per il momento, non se ne parla proprio: non c’è nessuno che compra! Chi, invece, casa non ce l’ha s’arrangia come meglio può, magari restando a casa dei genitori, o andando in subaffitto con amici e colleghi di lavoro! Non ci vuole certo "un genio" dell’economia per capire che così non si può più andare avanti, che occorre rimettere in moto il mercato, almeno quello interno, immettendo liquidità. Ma “loro” insistono e persistono nella politiche delle tasse! Nel 2012 il potere d'acquisto delle famiglie italiane ha registrato una caduta "di intensità eccezionale" (-4,8%). Lo si legge nel rapporto Istat in cui si evidenzia che al calo del reddito disponibile (-2,2%) è corrisposta una flessione del 4,3% delle quantità di beni e servizi acquistati, la caduta più forte da inizio anni '90. Il potere d'acquisto è in declino da ormai un quadriennio. "A questo andamento hanno contribuito soprattutto la forte riduzione del reddito d'attività imprenditoriale e l'inasprimento del prelievo fiscale", spiega l'Istat. Ecco alcuni dei segni più evidenti lasciati dalla crisi, a riprova dell'indebolimento economico delle famiglie: tra il 2008 e il 2012, i residenti hanno effettuato il 36% di viaggi in meno e hanno ridotto del 29,1% le notti trascorse in viaggio, soprattutto per motivi economici. E non si taglia solo sulle vacanze. Uno dei settori più colpiti dalla recessione è il mercato del mattone: i volumi delle compravendite segnalano in tutti i segmenti la più ampia riduzione su base annua degli scambi dal 2004. Complessivamente nel 2012 i passaggi di proprietà di unità immobiliari si sono ridotti del 22,6%. In flessione risultano anche i prezzi degli immobili residenziali acquistati dalle famiglie per scopi abitativi e di investimento che, nell'ultimo trimestre dell'anno, sono scesi del 4,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Non è stato così per i prezzi al consumo: nella media del 2012 l'inflazione si è attestata al 3%, due decimi di punto in più rispetto al 2011. La crescita dei prezzi al consumo in Italia è risultata fra le più sostenute nell'eurozona, inferiore solo a quella di Slovacchia e Estonia. Ma dopo una recessione così devastante, la più grave dal dopoguerra ad oggi, cosa dobbiamo aspettarci? Dal momento che non è più possibile "galleggiare" nel mare tempestoso dell'economia globale, infestato da squali famelici, due sono le alternative: riemergere o affondare! 

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